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Gennaro Gattuso racconta i suoi primi mesi nel calcio svizzero in un’intervista a Le Nouvelliste.
“Mi sento bene, sapevo fin dal primo giorno che la mia scelta implicava che fossi io a mettermi a disposizione degli altri e non il contrario. La realtà è molto diversa da quella che ho conosciuto al Milan per tredici anni e questo non mi ha sorpreso. Siamo pochi in società, ma tutti si impegnano ogni giorno come una grande famiglia per raggiungere il nostro obiettivo. Il calcio svizzero è vero, autentico e un poco ingenuo. Richiede molti sacrifici e la cosa mi piace. I giovani sono tanti e questo significa che c’è un ampio margine di miglioramento. Il gioco moderno ha portato alla scomparsa dei numeri 7 e 11 sulle fasce, mentre in Svizzera esistono ancora. Se non corri in campo, oggi, non puoi giocare ad alto livello. La presenza di tanti giovani spiega i ritmi elevati, si è obbligati a lavorare duramente durante la settimana, come facciamo al Sion”.
“Il fatto di dovermi portare il borsone? I giornalisti italiani hanno fatto parlato molto di questa storia. Semplicemente l’ho dimenticato quattro o cinque volte nello spogliatoio o a casa nei primi giorni, perchè non ero abituato. Ma adesso è finita. I problemi all’occhio? Non ho la sicurezza che non torneranno, mi sottopongo ad una cura quotidiana che mi permette di stare bene. Vedere le persone moltiplicate per tre o quattro è terribile, è una cosa che non si dimentica“.
“Il calcio è la mia passione, non gioco per soldi. Ho guadagnato molto e il denaro non mi manca, ne ho abbastanza. Se dovessi pensare al conto in banca, allora non varebbe più la pensa di alzarsi al mattino. Io leader? Non è la parola adatta, non sono solo. Buhler, Vanczak, Andris, Xavier, Dingsdag hanno il loro ruolo di senatori. Io faccio di tutto perchè si formi un gruppo competitivo. Ho vinto e perso partite importanti nella mia carriera, ho imparato che ci vuole unità, il gruppo deve vivere bene insieme. Spesso il fallimento è risultato di situazioni in cui i comportamenti individuali hanno il sopravvento sull regole del collettivo. Io mi impegno totalmente per la mia società e non accetto che qualcuno si comporti come vuole, se questo accade bisogna scegliere tra lui e me”.
“Rispetto a quando ero al Milan sono ancora più motivato, più entusiasta e con più responsabilità. Durante tutta la settimana cresce l’attesa per la partita del fine settimana. Queste sensazioni erano sparite da qualche tempo. Se alcuni avevano pensatro che arrivassi in Svizzera come turista non posso farci nulla“.
Traduzione a cura della Redazione di Canale Milan
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Gattuso: “Sono più motivato di quando ero al Milan”