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Fino all’ultimo, nonostante i 39 anni e tanti infortuni, Filippo Inzaghi è stato indeciso: giocare ancora o allenare? Ha scelto di diventare tecnico subito. A convincerlo è stato Adriano Galliani, che ha insistito ogni giorno e gli ha affidato la panchina gli Allievi del Milan. Ma anche il suo amico e grande estimatore, Josè Mourinho, ha avuto un ruolo determinante. Lo ha ammesso lo stesso Pippo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport. “Quest’estate mi voleva il Granada, Mou mi ha chiamato e mi ha detto “i top player finiscono nelle top squadre”. Ha ragione: era giusto smettere”.
E ancora: “Avevo capito che non potevo più giocare nel Milan e questo mi ha fatto scegliere di smettere perché non me la sentivo di indossare un’altra maglia – ha detto Inzaghi. – Se fosse dipeso da me avrei continuato un altro anno, ma ora so di aver fatto la cosa più giusta. Se avessi potuto scrivere io la partita col Novara non l’avrei immaginata così bella: ho fatto gol sotto la mia curva alla 300esima partita con il Milan. Ho realizzato 126 gol in rossonero, la somma fa 9 come il mio numero. Tutto questo – ha detto ancora Pippo – mi ha ripagato di una stagione difficile”.
Stagione difficile anche a causa del pessimo rapporto con Massimiliano Allegri, l’unico a non averlo chiamato da quando è diventato allenatore. E d’altronde, si sa, non si può stare simpatici a tutti: vale anche per il calcio.
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Calciomercato Milan, Inzaghi ringrazia Mourinho ma non Allegri