Tra Orsato ed Allegri non sembra esserci mai stato molto feeling. L’allenatore del Milan, infatti, quando ancora allenava in serie C aveva già avuto un diverbio con questo arbitro. Anche ieri sera, pochi istanti prima della ripresa Massimiliano Allegri ha discusso con lui, probabilmente del rigore non dato o forse del modo in cui Orsato stava gestendo questa gara.
A prescindere da cosa si siano detti, di certo le parole di Allegri non devono avere minimamente scalfito le convinzioni dell’arbitro che, oltre a rispondergli che bisogna saper accettare le decisioni prese dal giudice di gara, ha continuato a fare il bello ed il cattivo tempo in campo.
Se la prestazione del Milan non ha convinto, quella di Orsato avrà fatto trasalire il popolo rossonero, che ha assistito all’ennesimo atto di una storia già vista: il metro di giudizio dell’arbitro era due pesi e due misure.
Se l‘ammonizione per il fallo da parte di Cigarini su Boateng durante la ripartenza non c’era, di sicuro c’era per il fallo di El Shaarawy per impedire la ripartenza dell’Atalanta. Stesso identico fallo, decisioni diverse.
Se il fischietto non esisteva per i numerosi falli subiti dal Boa, da Emanulson, dallo stesso Nocerino, entrato nel secondo tempo, ecco che ricompariva quando a sfiorare gli avversari erano i giocatori del Milan.
Il rigore su Boateng c’era, Raimondi ha agganciato il suo piede in area di rigore. Come c’era il fallo di Bellini su Emanuelson, quello non era rigore, ma una buona opportunità per un calcio di punizione si. E c’era anche quello fatto da Biondini ai danni di Nocerino, sempre al limite dell’area di rigore.
Il Milan doveva fare comunque di più, doveva vincere senza se e senza ma. Eppure ritrovarsi a giocare per l’ennesima volta contro 12 giocatori non deve essere stato facile neanche a livello psicologico.
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