Nigel De Jong, il tosaerba

di Alan Bisio

TRADIZIONE ORANJE – Storie controverse, quelle degli olandesi a Milanello: potresti fare la storia del club come Seedorf e Van Basten, galleggiare in chiaroscuro nel limbo alla Stam od Emanuelson, fallire miseramente come Kluivert e Bogarde oppure, caso raro ma non impossibile, finire a lavare i piatti con Harvey Esajas.

 MACCHIE INDELEBILI – Figlio dell’ex difensore di Psv ed Herenveen Jerry de Jong, Nigel nasce ad Amsterdam nell’autunno ’84, cresce nel Neighbourhood #9 della Capitale olandese (conosciuto anche come Buurt 9) ed approda a soli nove anni nelle giovanili dell’Ajax, poco dopo l’abbandono del padre, accanito giocatore d’azzardo. Col borsone più grande di lui, al Toekomst non si scherza: niente orecchini, individualismi, ritardi, tatuaggi  e persino cappellini; Toekomst in olandese sta per ‘futuro‘, perché l’accademia dell’Amsterdamsche Football Club esporta talenti in tutta Europa da tempo immemore. De Jong, giudicato da molti non all’altezza degli altri prodotti di scuola Ajax, tecnici, impostati e raffinati come Sneijder, si è rifatto con gli interessi, almeno per quanto riguarda orecchini e tatuaggi: su entrambe le braccia possiamo ammirare le opere di Ade Itameda (braccio destro) e Tattoo Left Hand (braccio sinistro).

 LANCIERE – In Olanda Nigel tenta d’imporsi anche come valore giunto in zona gol, saranno 14 le gemme in quattro stagioni dopo 126 presenze, non segnerà mai più così tanto, ma arretrerà parecchio il proprio raggio di gioco limando ogni frivolezza, dai colpi di tacco alle progressioni ignoranti alla Lucio, sotto l’occhio vigile di Ronald Koeman ed Huub Stevens (all’Amburgo). Nel 2002 è l’Amsterdam talent of the year, l’anno seguente vincerà l’Eredivisie, mentre il 2006 sarà l’anno della Coppa d’Olanda, e dell’addio.

 TOSAERBA – Per la cifra simbolica di 1 milione di euro, in scadenza di contratto, de Jong passa all‘Amburgo, dove si ambienta alla grande grazie al clima simile a quello olandese. In Germania troverà i connazionali Boulahrouz (il cannibale lascerà il club dopo pochi mesi), Van der Vaart ed il tecnico Jol (dal 2008), oltre all’amico Vincent Kompany, che seguirà anche al Manchester City. Con l’HSV de Jong passa quattro stagioni senza gioie particolari, esclusa quella d’aver segnato il gol decisivo all’Allianz Arena, battendo per la prima volta il Bayern fra le mura amiche. La settimana successiva riceverà l’unico cartellino rosso in carriera (doppio giallo) nella partita contro il Rapid Bucarest valida per la Coppa Uefa.

 COLLEZIONISTA DI FIBULE – Tre episodi spiacevoli hanno segnato la carriera di Nigel de Jong, partendo dal marzo 2010, amichevole Olanda-Stati Uniti; al ventinovesimo minuto il centrocampista yankee Stuart Holden s’allunga il pallone in progressione, de Jong entra duro e l’atterra, poi si china per chiedere scusa, quasi ad immaginare la gravità della situazione, perone fratturato, nessun rimorso: ‘non avevo cattive intenzioni‘. Famosissimo e manifesto di un calcio fra uomini veri l’intervento in spaccata nella finale di Coppa del Mondo 2010 su Xabi Alonso (vi risparmio le immagini, più che inflazionate), mentre peggio è andata al franco-tunisino Hatem Ben Arfa, fratturato a tibia e perone (6 mesi di stop) e trasportato al Manchester Royal Infirmary Hospital con tanto d’ossigeno.

 CITIZEN – Che il tackle sia la specialità di Iron Nigel si evince anche dai festeggiamenti dopo il recente campionato vinto col City, quando atterra brutalmente Chappy, sorta di mascotte tuttofare del club allenato da Mancini, colpendolo poi a terra con un delfino gonfiabile. A Manchester de Jong arriva in qualità di giocatore olandese più pagato della storia (15 i milioni di euro finiti nelle casse dell’Ambugo), vince una Premier League, una FA Cup ed una Community Shield, segnando poco (2 gol in 137 caps), ma entrando nel cuore dei tifosi, pensate che qualche fan se l’è pure tatuato sulla schiena. Capace di calciare punizioni del genere, ma anche di tirare così, de Jong spesso sveste i panni del training animal, amante dei film di Denzel Washington, per entrare nella parte del buontempone.

 AMERICANATE – Amministratore delegato della Continental Cars, Nigel non perde occasione di pubblicizzare i suoi bolidi su Twitter (@NDJ_Official), tra una partita a golf e l’altra con gli amici, quasi fraterni, Patrick Vieira ed Edgar Davids, sorta di alter ego mancino anche sul campo col quale condivide le origini surinamensi. Appassionato di NFL e tifoso dei Pittsburgh Steelers, passa il tempo (si dice anche nello spogliatoio prima delle partite) dilettandosi con Angry Birds e Mario Kart. Arrivato a San Siro come colpo last-minute dei rossoneri per poco meno di 4 milioni euro, è sposato con Winonah ed è padre di due bambini, tra i tifosi del Diavolo spuntano le prime magliette col numero 34, Hard & Strong De Jong  è pronto a collezionare altre ossa, arbitri pemettendo.

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