Rassegnazione: è la parola d’ordine, ormai, in casa Milan. I rossoneri hanno disputato appena 4 partite ufficiali, ma nessuno – realisticamente – si aspetta che questa squadra possa conseguire qualche risultato importante.
I dati parlerebbero già da soli. In 4 partite, il Milan ha vinto una sola volta, a Bologna. Appena 3 i gol segnati, tutti in trasferta. A San Siro, in 3 partite, 0 gol realizzati. I numeri, si sa, possono essere anche contraddittori, ma in questo caso fotografano bene la realtà.
Il Milan è una squadra incapace di sviluppare gioco e di farlo in velocità. Mancano completamente gli schemi, anche nei calci d’angolo. Ogni volta che un esterno, un centrocampista, un attaccante hanno la palla, la domanda che si fanno è: ora che faccio? Boateng prova a fare tutto da solo, coi risultati pietosi a cui stiamo assistendo. Gli altri cercano il passaggio all’indietro o buttano il pallone in avanti. Idee sane? Nemmeno a parlarne. Per questo Allegri ha grandissime colpe.
La squadra certo è più debole della scorsa stagione, ma il livello di gioco offerto è da campionato dilettantistico. E allora il mesto pareggio contro l’Anderlecht non stupisce proprio nessuno. Vero è che il Milan ha creato un paio di occasioni in più dei belgi, ma nel complesso la partita è stata equilibrata, per lunghi tratti molto noiosa. Nel finale è stato evidente a tutti che le due squadre non ne avevano più e si sono accontentate del pareggio. Dopo due sconfitte consecutive, anche questa può sembrare un’impresa…
Che tristezza, questo Milan. Così lento, compassato, stanco, senz’anima. Un Milan senza leader, dove undici calciatori alla volta passeggiano sul campo senza uno scopo, temendo ogni avversario come se si avesse davanti il Barcellona. Ieri c’era di fronte l’Anderlecht, che i bookmakers danno a 300,00 come vincente della Champions League! Pensate un po’ voi di quale stima godono i belgi…
Ieri sera, assistendo allo spento e pietoso match del Meazza, ho pensato a quando il Milan i suoi leader in campo li aveva. C’era Ibrahimovic, che voleva sempre palla e urlava come una bestia se i compagni sbagliavano un passaggio. Oggi se i rossoneri sbagliano un passaggio, cioè quasi sempre, non succede praticamente niente: guardano a terra o si guardano in faccia silenziosi, come sconosciuti.
E poi c’è quell’Allegri che a fine partita dice sempre le stesse cose, non rendendosi nemmeno conto della gravità della situazione. Beato lui.