Bakaye Traoré, dalla malaria al debutto in rossonero

Finalmente arriva il momento di Bakaye Traoré, il misterioso maliano giunto dal campionato francese e fino ad ora comparso soltanto in qualche amichevole estiva. Noto più che altro per l’episodio di Niang, fermato senza patente alla guida di un’auto, l’ex Nancy fa il suo esordio assoluto in rossonero contro il Cagliari.

Soltanto un anno fa, nel settembre 2011, la carriera del franco-maliano sembrava prendere tutt’altra direzione: dopo due stagioni al Nancy, giocando spesso ma senza imporsi come titolare indiscutibile, a fermare Traorè arriva infatti la malaria. Tornato dal Mali dopo una partita contro Capo Verde, il giocatore si trova con la squadra a Rennes quando, con la febbre a 41°, viene portato all’ospedale: “I medici mi hanno detto che stavo per entrare in coma. Ho passato dei momenti difficili, non sapevo come sarei tornato a giocare“.

Dopo due settimane d’ospedale e due mesi lontano dai campi di gioco, torna giusto in tempo per prendere parte alla Coppa d’Africa in Gabon e Guinea Equitoriale. Il Mali avanza fino alle semifinali e conquista il terzo posto, Bakaye segna il gol che vale i tre punti contro la Guinea e, sono parole del ct Alain Giresse, “raggiunge un nuovo livello“. Anche Jean Fernandez, suo attuale allenatore al Nancy, vede nel torneo africano una svolta: “Quando è tornato dalla Coppa d’Africa si è capito subito che aveva più fiducia nei propri mezzi, stava meglio a livello mentale. Giocare da titolare in nazionale gli ha fatto bene. È sempre stato un buon giocatore dal punto di vista fisico e tecnico, ma mancava d’efficacia: doveva fare qualcosa più dal punto di vista offensivo e l’ha fatto bene. Inoltre penso che abbia capito che bisogna dare il massimo anche in allenamento, prima si risparmiava un po’“.

Al suo ritorno in Lorena, a febbraio, è infatti l’uomo copertina della striscia positiva (cominciata a inizio marzo e non ancora terminata) del Nancy: segna cinque gol in quattro partite consecutive, tra cui una rete al Paris Saint-Germain e una doppietta sul campo del Digione. Non che il gol fosse completamente estraneo al suo repertorio, avendo già segnato in passato 23 reti in gare ufficiali, ma certo una tale regolarità sotto porta ha stupito il giocatore stesso: “Ora tutti mi parlano dei gol che sto segnando, questo mi fa piacere ma mi sembra un po’ bizzarro. I miei amici si divertono a chiamarmi bomber. Forse è vero che se tentassi più spesso la fortuna potrei segnare di più, ma non sono certo Pippo Inzaghi. Comunque sapevo di essere capace di segnare;  in allenamento segnavo quotidianamente ma poi, forse inconsciamente, in partita non osavo provarci“.

La storia di Traoré, ovviamente, non si esuarisce in queste ultime settimane di improvvisa popolarità. Nato il 6 marzo 1985 a Bondy, dieci chilometri da Parigi, è tifoso del Paris Saint-Germain ed il suo idolo calcistico è Jay Jay Okocha. Da bambino dà i primi calci nelle file dell’Olympique Sevran, per poi passare al settore giovanile del CS Aulnay, dove ha come compagno di squadra Boukary Dramè (oggi al Chievo) e dove viene notato dagli osservatori dell’Amiens. Con il club piccardo, dopo due anni di giovanili, firma il primo contratto da professionista. L’esordio in Ligue 2 arriva all’età di 18 anni (stagione 2004/2005); seguono altri quattro anni e, con la retrocessione dell’Amiens nel 2009, il trasferimento al Nancy con contratto triennale. Il primi due anni nella massima serie francese non sono esaltanti, il resto è attualità.

Legittimo chiedersi il perchè di un’esplosione giunta a 27 anni, età certo non più tenera: “Ho avuto diversi infortuni che hanno ritardato la mia carriera. Ad Amiens avevo continui problemi al ginocchio, ho dovuto operarmi e per questo ho perso un anno. A Nancy ho avuto bisogno di tempo per adattarmi ad un modo di giocare al quale non ero abituato, ma da quando sono qui penso di essere cresciuto“.

Alto 1,86 metri e pesante 77 chili, Traoré è un giocatore polivalente che si trova a suo agio in un centrocampo a tre. Abile a difendere quanto ad attaccare, all’occorrenza può giocare davanti alla difesa ed è stato utilizzato più di una volta dietro le punte, ma il suo ruolo ideale è quello di mezzala, pronta a proiettarsi in avanti velocemente per sostenere gli attacchi della squadra: “Mi piace essere al centro del gioco, partecipare alla costruzione delle azioni offensive“. Lui, comunque, è pronto a giocare ovunque: “Nelle giovanili spesso ho giocato da attaccante. Ho provato di tutto in realtà, mi ricordo di aver giocato anche in porta per tre o quattro partite”.

Dovendo fare dei paragoni, Giresse vede delle somiglianze, fatte le debite proporzioni, con Patrick Vieira per “il suo stile e l’abilità nelle percussioni palla al piede“. Il compagno di stanza ai tempi del Nancy, l’attaccante Djamel Bakar, ne sottolinea le qualità tecniche: “Fa dei bei passaggi, segna, è un giocatore completo, molto tecnico: meglio se ha  qualcuno dietro di lui che recupera palloni, è più libero di spingersi in avanti“.

fonti: l’Equipe, L’Est Republicain, Diasma, Fifa.com, Asnl.net.

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