Cinque grandi campioni, alla Gazzetta dello Sport, analizzano il nuovo fenomeno rossonero Stephan El Shaarawy. Un esplosione che ha colpo impreparati molti addetti ai lavori, nonstante le qualità dell’italoegiziano fossero sotto gli occhi di tutti.
Andry Shevchenko, indimenticabile stella rossonera, lo paragona a se stesso: “Chi mi ricorda? Non saprei dirlo, credo anche che i paragoni siano dannosi, perché ogni campione è diverso. Però Stephan in campo ha qualcosa che mi ricorda me stesso, per esempio la progressione. El Shaarawy è veloce, tecnico, sa fare gol e ha la freschezza che serve nei momenti difficili.”
Dejan Savicevic: “Stephan diventerà un grande giocatore, però deve ancora crescere. E’ importante che stia segnando in un momento difficile per la squadra. Il Milan è il posto giusto per esplodere. Ha tutte le qualità che servono per diventare un grande: è rapido, ha un buon tiro e trova la rete con grande facilità. Però il suo compito è fare gol, in Italia se non segni ti discutono.”
Altafini: “Il fatto che stia facendo la differenza in una squadra che non va benissimo dimostra che può diventare un campione. Anche se è giovane è pronto per giocare una finale di Coppa del mondo. Mi ricorda Neymar e Messi che hanno il baricentro basso, gioca con la palla sempre incollata ai piedi. Ha già dimostrato di essere forte, l’importante è non irrobustirlo troppo fisicamente.“
Maurizio Ganz: “In tempi non sospetti mio figlio mi disse: è un fenomeno. Ha avuto la fortuna di poter giocare per i guai muscolari di Pato e Robinho ed è stato molto bravo a sfruttare le sue chance. Come Neymar ama partire da lontano. Mi piace perché è molto bravo a puntare verso la porta. E poi è un giocatore intelligente, che adesso sta scoprendo di essere anche un bomber.“
Boninsegna: “Per ora è ancora una promessa ma è sulla buona strada per diventare un ottimo giocatore. Il gol stupendo segnato in Champions dimostra che ha classe e personalità. Il paragone con Eto’o mi sembra azzardato, lo vedo più simile a Neymar. Il suo punto di forza è il dribbling secco, però deve partire da lontano per poter rendere al massimo.”
Fonte: Gazzetta dello Sport
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