di Riccardo Zavagno
Per l’ennesima volta la squadra ripiomba in una sconfitta, non riuscendo a confermare quanto di buono aveva espresso in quel di San Pietroburgo. Gli eroi di quella serata hanno subito l’ennesima involuzione, Abbiati si è trasformato da ragno nero in cigno nero mentre El Shaarawi aveva la cresta spuntata. Ma se per quest’ultimo le attenuanti del caso ci sono tutte, per il portierone si registra un altro errore in uscita e la sua ennesima prestazione altalenante rappresenta come in una cartina tornasole l’andamento di tutto il Milan visto fino ad oggi. Ennesimo gol subito, ennesimo gol subito da palla ferma con uscita sbagliata del portiere, ennesima marcatura difensiva sbagliata -lasciare Samuel a De Sciglio è improponibile-, ennesima manovra lenta e prevedibile, ennesima mancanza di puntualità, cattiveria e precisione sotto porta. Insomma solito Milan, preoccupantemente il solito Milan. A questo aggiungiamo che l’uomo di più esperienza, carisma e carica ovvero Ambrosini è rimasto in gabbia/panchina per tutta la partita non potendo trasmettere sul campo il giusto clima con cui affrontare un derby. Allora non possiamo che meritarci passaggi sbagliati, giocatori privi di personalità che non vanno aldilà del compitino e senza la malizia necessaria. Questo è il Nostro Milan, questo è il Nostro Milan orfano di un presidente, questa sarà la Nostra stagione.
Nonostante tutto questo Nostro bagaglio pesante da sopportare partita dopo partita di cui oramai tutti sono consapevoli, il Milan ha costruito le occasioni per almeno pareggiare questo derby, ma le variabili indipendenti dalla squadra ovvero la fortuna o se preferite chiamarla casualità e le decisioni arbitrali hanno fatto il resto. Come se non bastasse, bisogna anche subire nel dopo partita l’ennesimo teatrino dove al Milan vengono fatti vestire i panni della squadra potente che se perde riversa sistematicamente tutta la colpa all’arbitro (più i suoi 5 collaboratori). Arbitro già in precedenza ritenuto dal patron dell’Udinese Pozzo nella gara interna contro la Juventus, non all’altezza del suo ruolo risultando quindi inadatto e troppo condizionante per una partita di calcio. A mettere tutti d’accordo ci ha pensato il designatore Marcello Nicchi dichiarando che la prestazione di Valeri gli è sembrata sufficiente e priva di errori che potessero condizionare la partita.
A Napoli in queste circostanze si usa dire cornuto e mazziato, dopo il derby in casa Milan questa espressione si traduce con errori propri e Valeri. Questo è il Nostro presente. E siamo solo ai primi di ottobre.
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