Le sconfitte indolori fanno piangere il ranking

di Andrea Rubini

 Quante volte abbiamo letto “sconfitta indolore” per descrivere l’esito di una gara il cui risultato era ininfluente ai fini di una classifica? Tante. Sempre. Eppure nel calcio non esiste mai la sconfitta indolore. Perchè se il Milan era già qualificato e l’Udinese già eliminata, quelle partite hanno influito comunque sul ranking.

Il ranking è una parola che sentiamo spesso, soprattutto menzionata dal nostro A.D. Galliani. Il ranking è un coefficiente Uefa che si basa sulle medie punti delle squadre coinvolte in competizioni ufficiali europee in un arco di tempo di 5 anni, costantemente aggiornate dopo ogni turno. Il ranking è quello che ha permesso alla Germania di qualificare in Champions League quattro squadre a nostro scapito, per intenderci. E con la Germania che ha ormai preso il largo, c’è da guardarsi le spalle con Francia e Portogallo che ci tallonano. Un gap con Liga, Premier e Bundes incolmabile nell’immediato, e una situazione che peggiora turno dopo turno soprattutto per l’atteggiamento delle nostre squadre in Europa League.

A guidare la classifica troviamo la Spagna con 84.168 punti, seguita dall’Inghilterra a 77.677 e la Germania a 75.043. Quarta e molto staccata c’è l’Italia 60.481 punti, quindi Franca (57.333) e Portogallo (56.168). Quella relativa ai club vede, manco a dirlo, il dominio del Barcellona a 155.833 punti, e per trovare una italiana dobbiamo scendere alla posizione numero 9 dove c’è l’Inter a 99.096 punti. Il Milan è la seconda delle italiane, posizione numero 13 con 91.096 punti, la Juventus addirittura 25° con 65.096 punti.

Motivo di questo declino è l’andamento delle nostrane nella Europa League. In Champions League, infatti, le italiane si sono sempre ben comportate vincendo l’edizione 2009/10 con l’Inter. Nel 2008 solo la Lazio venne eliminata nel girone, entrambe le milanesi terminarono la corsa agli ottavi e la Roma ai quarti. La stagione seguente la Fiorentina approda in Europa League arrivando terza in girone, le altre tre italiane sono tutte eliminate agli ottavi. Quindi l’Inter vince in finale con il Bayern Monaco, Milan e Fiorentina escono agli ottavi e la Juventus termina la propria corsa nel girone e retrocessione alla Europa League. Il trend non cambia le stagioni successive, con due squadre eliminate agli ottavi e una ai quarti. In sostanza, tre italiane nelle Top 16 e una nelle Final Eight sono una costante nella massima competizione europea. Inoltre il Milan nella stagione 2008/9 ha vinto la Supercoppa Europea, partita valida ai fini del ranking.

In Europa League invece l’apporto alla causa delle italiane è drammatico. La formula sarà poco stimolante, costringendo trasferte improbabili di giovedì in cittadine della Bielorussia. Tuttavia l’approccio alla competizione è quasi lo stesso riservato alla Coppa Italia, turnover selvaggio e l’assoluto disinteresse nel tentare di vincere in quella che, negli Anni ’90, era di fatto una regola. Se torniamo infatti indietro nel tempo, vediamo che era un autentico dominio italico: 1989 Napoli, 1990 Juventus (finale con la Fiorentina), 1991 Inter (finale con la Roma), 1992 il Torino perde con l’Ajax in finale, 1993 Juventus, 1994 Inter, 1995 Parma (finale con la Juventus), 1996 Roma e Milan escono ai quarti di finale, 1997 Inter perde in finale con lo Schalke04, 1998 Inter (in finale con la Lazio), 1999 Parma.

La fusione con la Coppa delle Coppe e la nuova formula hanno visto il declino delle nostre formazioni e la scalata di Spagna e Germania nel ranking; infatti, mentre le solite Real Madrid e Barcellona da una parte, e Bayern Monaco dall’altra, erano una costante in Champions League, le altre hanno contribuito a forza di vittorie e piazzamenti ad incrementare il tesoretto. Squadre come l’Atletico Madrid che ha vinto 2 delle ultime 3 edizioni, l’ultima nel derby iberico con il Bilbao.

In questa edizione l’Udinese è già uscita di scena dopo aver perso lo spareggio per la Champions League, e solo la Lazio si è qualificata prima nel girone. E se l’Inter dei giovani lascia il primato al Rubin, il Napoli di certo non può usare alibi contro il Dnipro Dnipropetrovsk. Lo scorso anno l’Udinese esce agli ottavi con l’AZ Alkmaar, nel 2010 la Juventus non passa il girone a scapito del Lech Poznan (stessa sorte a Sampdoria e Palermo, mentre il Napoli esce ai sediciesimi con il Bayer Leverkusen). La Juventus esce con il Fulham agli ottavi nel 2010 (Lazio eliminata in girone) e nel 2009 è l’Udinese ad uscire ai quarti con il Werder dopo che gli stessi eliminarono il Milan.

Una fotografia non solo deludente ma drammatica, se appunto consideriamo che la maggior parte delle annate le italiane non hanno superato la fase a gruppi. Chissà se la finale a Torino nel 2014 possa essere uno stimolo sufficiente ad arrivare in fondo a questa competizione, vera causa della costante e inarrestabile discesa nel ranking. Classifica che, va bene ricordarlo, non è solo una quastione di prestigio, ma ha anche una notevole corrispondenza in termini meramente economici, visto che la partecipazione alle Coppe sono soldi, e la perdita della quarta squadra in Champions League è stato un colpo notevole a livello monetario.

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