Nelle ultime settimane, il nome di Alfred Finnbogason è salito agli onori della cronaca per essere uno degli obiettivi di mercato del club rossonero, rappresentando di fatto la scelta low cost dopo i vari Villa, Balotelli, Drogba, Llorente, nomi accattivanti che ti fanno guadagnare un mucchio di soldi soltanto stampando il nome sulla gloriosa maglia rossonera, ma che tra infortuni, condizioni ambientali di vario tipo e carta d’identità risultano poco pratici. Poi c’è Finnbogason che non appartiene a nessuna di queste categoria, non è un nome da copertina, ne uno di quelli che gli sponsor spremono fino all’ultima goccia per fargli pubblicizzare qualsiasi cosa esistente, ne tanto meno troverai un suo poster nella cameretta di qualche piccolo tifoso, Alfred è uno di quelli che non noti nemmeno all’inizio, che in un’asta di fantacalcio se viene acquistato a 1 è già un miracolo, e che se viene comprato da una grande squadra viene etichettato con le solite frasi stereotipate del tipo “Ma chi è questo bollito“, “Basta con questi brocchi dal nome impronunciabile“, e che puntualmente ti sorprende con buone giocate, movimenti interessanti, e gol pesanti come macigni. Ecco chi è Finnbogason, e per essere stato fortemente sponsorizzato da Marco Van Basten, uno che in carriera ha segnato 276 gol in 373 partite (contando pure gli ultimi 2 anni di totale inattività causa continui infortuni), vuol dire che le qualità ci sono e son pure importanti.
Finnbogason nasce a Reykjavik, l’1 febbraio 1989. A quasi 6 anni entra nelle giovanili del Fjolnir, club della sua città natale che lo forma (con nel 2000 un piccolo intermezzo in cui gioca nell’Hutchinson Vale, diventando un grande tifoso dell’Hibernian e iniziando a conoscere il calcio europeo) fino al 2005, anno in cui passa all‘UBK, club svedese noto per aver dato i natali calcistici a svariati calciatori tra cui Gylfi Sigurdsson (centrocampista di grandissima qualità del Tottenham che molti denominano “l’Iniesta islandese“). Qui inizia ad assaggiare il calcio che conta, debuttando in prima squadra nel 2008 realizzando 1 gol in appena 8 presenze stagionali. Il biennio 2009-2010 è molto importante per la sua carriera, gioca con continuità, cresce calcisticamente e i risultati si vedono, 15 gol in 26 presenze il primo anno, 19 gol in 30 presenze il secondo, 34 gol che gli permettono d’essere eletto “Miglior giovane d’Islanda“, qualificare l’UBK al primo turno preliminare della Champions League (prima volta in tutta la sua storia), e ottenere le attenzioni di svariati club tra cui Viking, Blackpool, Genk e Lokeren, accetta la corte di quest’ultimi e lascia l’Islanda per approdare in Belgio.
Al Lokeren arriva con un bagaglio di gol e quella minima esperienza necessaria per aspettarsi buone cose, ma complice anche l’agguerrita concorrenza, segna appena 6 gol in 25 partite di cui 3 nella prima stagione, e solo 1 nella seconda, un po poco per uno che veniva da traguardi ambiziosi e di gran livello. Poi l’occasione della vita, l’Helsingborg lo chiede in prestito semestrale con diritto di riscatto, Finnbogason sfrutta l’occasione al massimo e nel giro di qualche mese prende in mano le redini della squadra segnando 12 gol in 17 partite, realizzando anche il suo primo gol europeo contro lo Slask Wroclaw.
Scaduto il prestito, viene riscattato dall’Helsingborg per passare, esattamente il giorno dopo il riscatto, all‘Heerenveen di Marco Van Basten che in lui intravede qualità importanti. Con gli olandesi è partito fortissimo segnando una doppietta all’Ajax all’esordio, e disputando finora 16 partite condite da 17 gol (tra cui un poker in Coppa d’Olanda).
Finnbogason è il classico bomber, lo piazzi davanti alla porta e gli dai più palloni possibili da mettere in rete, grande fisico ( 184 cm per 74 kg) unito a una buona velocità che gli permette d’agire negli spazi stretti, tecnicamente ben dotato con un’ottima capacità realizzativa, bravo nel gioco di prima, nei movimenti offensivi e nell’inserirsi negli spazi. Caratteristiche che lo accostano al connazionale Kolbeinn Sighthorsson, e che lo rendono sicuramente il candidato ideale per fare da spalla a Stephan El Shaarawy, una coppia che sulla carta sembra molto promettente e che in questa stagione ha già segnato 33 gol. Resta da vedere se questo matrimonio s’ha da fare, i presupposti ci sono tutti, viaggio in Brasile permettendo.