Caliendo: “Bisogna cercare in Sudamerica, tuttavia Strootman può dire la sua”

In una interessante intervista rilasciata in esclusiva a ilsussidiario.net, l’esperto procuratore Antonio Caliendo ha commentato le imminenti cessioni in casa Milan e i nomi dei calciatori in pole per rinfoltire la rosa di Massimiliano Allegri.

Il Milan incasserà circa 25 milioni di euro dalle cessioni di Pato e Robinho: saranno reinvestiti per arrivare a Balotelli?

Non penso tanto a Balotelli, che è un investimento costoso; penso che ci siano giocatori in Sudamerica, dove peraltro Galliani si trova, che potrebbero fare comodo al Milan. Tutto sta a queste due cessioni, che mi sembrano abbastanza vicine; Robinho già dall’anno scorso ha manifestato nostalgia per il Brasile, ma il motivo principale è un altro.

Quale?

Tra due anni ci sono i Mondiali in Brasile e tutti i big vogliono partecipare: di conseguenza, molti grandi calciatori stanno cercando di tornare in patria per essere più “visibili” e avere più spazio nelle rispettive squadre.

Mi parlava di sudamericani utili per il Milan: qualche nome?

No, non mi permetto di sostituirmi alle persone preposte al mercato delle varie società. E’ un problema loro, io posso limitarmi a dare giudizi su qualche nome che eventualmente lei mi vuole fare…

Gliene faccio due: Felipe Anderson e Arouca del Santos. Utili per gennaio?

No, a gennaio no.

Come mai?

Quando io porto un brasiliano o un giocatore da un altro continente o da un altro paese, devo sempre andarci calmo; deve prima prendere conoscenza dell’ambiente e inserirsi nel gruppo. Ci sono tanti fattori da prendere in considerazione, e che fanno sì che il calciatore in questione abbia bisogno di due o tre mesi per ambientarsi. A gennaio si prendono giocatori per altri motivi.

Ovvero?

Se si ha bisogno di utilizzarlo subito, avere il massimo del rendimento già a gennaio. Altrimenti, meglio aspettare giugno.

In questo senso può essere utile il nome di Strootman?

Si, Strootman è un buon giocatore che sicuramente può dire la sua in Italia. Ma dico una cosa: stiamo parlando di un ruolo per il quale l’allenatore deve conoscere bene la mentalità e il modo di stare in campo del giocatore. Oggi purtroppo non è più come una volta, quando si aveva il numero 10, gli si faceva fare la mezzala e fine della storia.

Oggi come funziona?

Bisogna essere polivalenti; in una stessa partita, magari, si cambiano anche tre schemi. Al giorno d’oggi non è per niente facile scegliere un giocatore. 

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