«Allo sceicco piace molto il talento che ha Balotelli, e sa che con il suo nome porta in giro per il mondo il marchio del Mancity. Inoltre non bisogna dimenticare che il club ha fatto un grande investimento per portare Mario a Manchester e questa è una società che difende i propri capitali e non li getta via dalla finestra. Io penso che il futuro di Balotelli sia qui, ma dipende soprattutto da lui. I rapporti tra me e lui sono sempre buoni, gli sono affezionato perché da anni lavoriamo insieme e l’ho visto crescere, però i rapporti professionali sono un’altra cosa e ho già detto a Mario cosa mi aspetto da lui»: con queste parole al The Sun, Mancini ha di fatto chiuso le porte ad un’eventuale cessione, già a gennaio, del cannoniere 22enne.
Ma l’affare che porterebbe Balo al Milan, a coronamento del sogno rossonero – e di Berlusconi e Galliani in primis, oltre che dello stesso Mario – è tutt’altro che sopito. La realtà dei fatti è che Balotelli è ai margini del City oramai da settimane, e nonostante le parole del Mancio, il rapporto che lo lega al ragazzo, oggi, è tutt’altro che felice.
Balotelli sa d’esser, tra i citizens, solo la quarta punta: davanti ha sia Aguero, che Tevez che Dzeko. E la voglia di tornare protagonista, anche per ritrovare l’azzurro in vista dei Mondiali 2014, la fa da padrone: ecco perché avrebbe dato mandato al suo manager Raiola (proprio in questi giorni in Brasile, e guarda caso con Galliani) di (ri)cominciare a trattare con i rossoneri.
L’ostacolo maggiore, per assurdo, non sarebbe il contratto del calciatore (circa 5 mln netti a stagione), ma l’accordo con il City. Già, perché nelle parole di Mancini bisogna saper leggere a fondo: ed in esse non vi è alcuna sua velleità personale di trattenere Balotelli in Premier, anzi. Ogni responsabilità viene scaricata sulle spalle della società, che, a sentir lui, vuole trattenerlo per non svalutare l’affare fatto all’epoca dell’acquisto dall’Inter.
Lo sceicco chiede 35 milioni: il Milan vuole il prestito, anche oneroso, ma non spender più di 25, ovvero, su per giù, gli introiti della doppia cessione Pato/Robinho. Gennaio è appena cominciato, e con esso il mercato: ma se Galliani ha voluto al suo fianco proprio Raiola in Brasile, il motivo potrebbe non esser (solo) la cessione dei suoi (ex) gioielli. La realtà è una. Galliani vuole impegnare il minor tempo possibile per incassare la fatidica somma da investire sul mercato, conscio del fatto che il vero obiettivo del Milan, per il 2013, è la costituzione, in rossonero, della futura coppia della Nazionale Balotelli-El Shaarawy. Un’affare molto più difficile delle cessioni, per le quali, probabilmente, non sarebbe servito neanche l’intervento di Raiola. La verità è che a Galliani, Raiola e Balotelli serve tempo per chiudere l’affare con lo sceicco: e se le cose non dovessero andare a buon fine, sia a Balotelli che al Milan servirebbe il tempo di trovare una exit-strategy. A quel punto Raiola proporrà a Galliani un altro dei suoi assistiti, quel Weiss (sempre via City, guarda caso) che sta incantando il pubblico pescarese, e nel contempo lavorerà per trovare a Mario una collocazione diversa, ma soprattutto più remunerativa. Magari modello Ibra-PSG.
di Alfredo De Vuono