Nostalgia di un Fenomeno

La nostalgia è un sentimento brutto. E’ un rimpianto costante, un dolore perenne, un amarcord di felliniana memoria, uno stato di tristezza per un qualcosa o qualcuno che si vorrebbe rivivere, e che spesso lo si ricorda idealizzandolo.
La nostalgia è soprattutto canaglia.

Qualsiasi amante del gioco del calcio ha provato tale sentimento, e proprio in questi giorni i tifosi del Milan si ritrovano al centro di emozioni e sentimenti contrastanti per l’evolversi della vicenda Pato.
Da un lato c’è il desiderio di liberarsi di un giocatore che grava pesantemente sul bilancio del Milan con il suo ingaggio, ma da un lato c’è tanta nostalgia.
Nostalgia per un bambino arrivato all’età di 17 anni con un bagaglio pieno di sogni ed un carico di responsabilità non indifferente.
Più di ventidue i milioni spesi per un potenziale fenomeno, un futuro pallone d’oro, si scriveva in lungo e largo elargendo vittorie future per questo ragazzino, che veniva allontanato sempre più da tali sogni e dai reali obiettivi.

I tifosi del Milan lo hanno prima coccolato, poi aspettato, per quasi tre anni, desiderosi di rivedere quel bambino prodigio che nella sua prima partita ufficiale con la maglia del Milan, contro il Napoli a San Siro, fece vedere di che pasta era fatto: velocità, controllo palla, destro, sinistro, dribbling, gol all’esordio, insomma il Milan aveva nelle mani un attaccante già completo a diciott’anni appena compiuti.

Ma, a volte si sa, che il destino, che è un bastardo capriccioso, ci mette molto del suo e ti lega ad eventi memorabili o situazioni inverosimili, proprio come è successo al Papero rossonero. Una lunga serie di infortuni, per lo più inspiegabili, che ne hanno minato preparazioni estive, invernali e recuperi che slittavano di continuo a causa di ricadute tremende anche sotto il punto di visto psicologico.

Ecco perchè l’importante ora è che il nostro ragazzo si riprenda, a ventitre anni una carriera non può e non deve essere alla fine. Se il fato ce lo permetterà ci rivedremo, magari anche con la stessa maglia, per rivivere quei pochi momenti che questi anni in rossonero ci han segnato così tanto.

Dopo aver visto l’addio di giocatori come Van Basten, al cui sol pensiero il tifoso milanista ricopre i suoi occhi di un sottile film lacrimale , come Sheva, il vento dell’est, come Kakà, il Bambino d’Oro, e l’immenso Ibra, ora tocca a lui, per cui caro Pato, ti diciamo arrivederci perché la nostra è una nostalgia dovuta a tutti gli addii che abbiam provato in questi anni e che ci hanno sempre segnato profondamente visto che ad ogni partenza i tifosi rossoneri si dedicavano anima e cuore a coccolare il nuovo arrivato, desiderosi più che mai di colmare quel vuoto dovuto all’improvvisa partenza; perché è pure vero che il Presidente ci mette i soldi e le ambizioni, che i giocatori ci mettono il sangue e il sudore, ma i tifosi ci mettono il cuore e le lacrime.

A presto Papero.

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