Milan: ecco il piano B(alotelli)

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Ad una settimana dalla chiusura del calciomercato, comincia a delinearsi la linea rossonera per quel che riguarda la sessione invernale. Direttiva: cedere (tanto, e bene), per acquistare (poco, ma bene).

Ma cominciamo dalle trascurabiliagli esuberi. A Traoré non è ancora stata trovata collocazione; Antonini ha rifiutato le proposte estere (Galatasary in prismis) ed è stato proposto alla Roma per Stekelenburg, dopo che la stessa società capitolina ha detto ‘no’ ad Amelia. Mesbah è stato girato – quasi – alla pari al Parma per Zaccardo: il tutto perché, nei prossimi giorni Ignazio Abate verrà ceduto a titolo definitivo allo Zenit, che aveva offerto 10 milioni ed a cui il Milan ha chiesto qualcosa in più. L’affare, come confermano le parti invischiate, si farà sulla base di 11 milioni circa.

Abate via perché arriva Zaccardo, dunque: con il campione del Mondo ’06 a fare da vice De Sciglio (che adesso è inoppugnabilmente il titolare sulla destra); Constant promosso a titolo definitivo a sinistra, con Antonini sua prima alternativa. Si riduce anche lo stipendio, il 31enne ex Parma: sa che quella in rossonero è la sua ultima, grande occasione, anche per poter far valere la sua duttilità. Oltre che a giocare sulla destra, difatti, Zaccardo giocherà anche sul centro-destra della linea a 4, al fianco di Mexes, con Zapata e Yepes che dunque perdono un gradino, nelle gerarchie di Allegri. Anche Acerbi, dunque, prossimo all’addio in prestito: considerato anche che tornerà Bonera, a quel punto il ventaglio di centrali difensivi sarebbe anche troppo ampio: per lui potrebbe tornare alla carica il Genoa, che ha sì preso Manfredini, ma che cerca ancora Portanova e che spera ancora di guadagnare bene dalla cessione di Granqvist.

Ma passiamo alle cifre. L’addio di Abate porterà nelle casse rossonere, tra ingaggio e cartellino, circa 12 milioni di euro, che si sommano ai 15 ricavati per Pato ed ai 4 lordi che si sarebbero dovuti spendere, di ingaggio, per questa seconda metà di stagione. Un tesoretto da circa 30 milioni, cui sono prossimi ad aggiungersi anche i circa 8 concordati con il Santos per Robinho, cui il Milan dovrebbe pagare altri due milioni netti (4 lordi) per i prossimi sei mesi.

Circa 45 milioni, dunque, tenendo conto anche delle – già trattate e dibattute – cessioni di Abate e Robinho: tutti da investire nell’acquisto dell’attaccante.

Nessun rinforzo a centrocampo, come sostiene Allegri: perché se anche si dovrà far a meno di De Jong, Muntari è al rientro, Ambrosini tra quattro settimane sarà disponibile, Montolivo può fare il ruolo di centrale di mediana, ed all’occorrenza anche Flamini (per il quale non è stata trovata occasione di cessione, avevano fatto dei timidi sondaggi Inter e Napoli) può esser schierato in quel ruolo.

Tutto sulla punta, dunque: ma in modo coerente alle primissime dichiarazioni invernali di Galliani (“se in attacco vanno via in due, prendiamo un attaccante. Ma solo se vanno via Robinho e Pato”), ed alla linea tracciata dalla società. Niente spese folli, solo top-young all’orizzonte.

Mario Balotelli è il top-young del Milan. Con 45 milioni in saccoccia Galliani può finalmente sedersi al tavolo del City, e trattare, contante in mano, l’affare. Ma c’arriveremo: perché quel che in pochi ammettono è che l’accordo con Raiola e lo stesso SuperMario è già fatto. Balotelli ha già annullato il contratto d’affitto (15 mila euro al mese) della sua sontuosa villa nello Cheshire: cosa, questa, documentata anche dai tabloid, che hanno nientepopòdimeno che pubblicato gli annunci apparsi su un sito specializzato in affitti, con tanto di foto-documentazione di arredi, stanze da letto, bagni, cinema, palestra e piscina.

Il tutto, mentre le visite dell’agente di Balotelli si sono misteriosamente infittite, nelle ultime settimane.

L’ultima, quella più produttiva, risale a ieri pomeriggio. Circa 5 milioni netti al ragazzo, fino al 2016: questa l’ipotesi iniziale, a cifre peraltro assolutamente simili a quelle richieste da Kakà (s’era arrivati all’accordo per 5,5 netti) e Drogba (anche oltre). Raiola però, in quest’operazione, vuole e deve fare anche da tramite fra Galliani ed i vertici del City. Sta qui il vero quid della questione: perché se è pacifico che gli sceicchi si siano ormai decisi a disfarsi del loro uomo di troppo, è anche vero che non si pongono nessun problema nel lasciarlo marcireproprio come una “mela marcia”, tanto per citare uno dei tanti, recenti, scivoloni dialettici di Berlusconi, prontamente rettificato dallo staff di Via Turati e dal diretto interessato, il cui diktat al fidato Adriano è stato limpido: spendere solo per chi ne vale la pena.

Tradotto: bene Kakà, ma solo gratis, in quanto 31enne. Male Drogba, che potrà anche liberarsi gratis, ma che chiede cifre folli. Benissimo Balotelli. 

Ma solo se lo si prende in saldo, come già fu all’epoca per Robinho, Ronaldinho ed Ibrahimovic.

Il saldo, però, è ancora tutto da decifrare. Come già si diceva prima, agli sceicchi importa poco di tenersi sul groppone il contratto ed il cartellino d’un inutilizzabile, a detta ormai anche di Mancini. Cessione si, ma senza i ricami soliti dello scarsicrinito A.D., che chiede, e da tempo, il prestito secco, magari gratuito, al limite con diritto di riscatto e prospettive di pagamento (addirittura 6 rate, l’ultima idea di Galliani) incompatibili con le realtà del mercato attuali. Il prezzo scende, OK, a 25 milioni: ma solo se pronti e sull’unghia, o al limite rinviabili a giugno: ma con tanto di “acconto” sostanziale (circa 8) sul prestito immediato.

Ecco perché Galliani, oggi ha chiuso per Zaccardo: per stringere i tempi per Abate (già entro lunedi il possibile annuncio) ed avere infine il tempo di (ri)chiamare in Brasile e dare l’O.K. anche per Robinho. Unico, vero, sponsor di Kakà al Milan, ma senza il quale la prospettiva di concludere la stagione in rossonero diventa sempre meno attraente.

Di sicuro meno attraente del tridente Balotelli-El Shaarawy-Niang. Quello che ha in mente Allegri, ma anche Galliani. Per un Milan nuovo, certo depauperato rispetto ai fasti del passato, ma sicuramente più futuribile di quello che sarebbe stato con Kakà, Robinho o Drogba.

Alfredo De Vuono

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