Secondo solo a Zlatan Ibrahimovic, o perlomeno questo è quello che dicono i numeri. Pierre-Emerick Aubameyang ha segnato finora 16 reti in Ligue 1, contro le 24 messe a segno (con facilità) dal gigante svedese, vero e proprio trascinatore del PSG di Ancelotti. Il ragazzo del Saint-Etienne, con un passato nelle giovanili del Milan, resta tuttavia la vera rivelazione della massima serie transalpina: dribbling secco, grande feeling col pallone ed una non trascurabile abilità nello smistare assist per i suoi compagni di reparto.
Dopo le convincenti prestazioni con la Primavera nella Champions Youth Cup, svoltasi in Malesia nell’estate del 2007, il Milan l’aveva mandato a farsi le ossa altrove: prima al Digione, poi al Lille e infine al Monaco, dove Pierre aveva fatto il suo, ma senza stupire più di tanto. A gennaio 2011 il suo passaggio al Saint-Etienne, che a fine stagione ne riscatta il cartellino e gli fa firmare un contratto fino al 2016, portando a termine con facilità una trattativa che adesso molti bollano come lungimirante.
Sulle tracce di Aubameyang ci sono molti club europei, su tutti l’Arsenal di Wenger (sempre pronto a scovare i giovani più promettenti) e la Roma del presidente Pallotta, intenzionata a proseguire nel progetto di ringiovanimento e a puntare su ragazzi dal sicuro avvenire. Non si può vivere di rimpianti, ma è certo che la politica attuale del club di via Turati avrebbe preservato un simile talento dalle pretese delle rivali, dimostrando di credere davvero in quella cantera che solo oggi è diventata il fulcro della rinascita rossonera. Poi chissà, a volte ritornano…
