De Sciglio il nuovo Maldini? Intanto Balotelli ed El Shaarawy lottano insieme con la maglia azzurra

30 Mar 2013 18:30
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MILAN-PALERMO, IL MIGLIORE IN CAMPO

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20.03.2013 00:00 di Giulia Polloli

Fermi tutti: c’è la Nazionale. Ecco che all’improvviso la lotta in campionato viene azzerata per far posto all’amichevole più bella del calcio. Italia contro Brasile, le due nazioni che nel calcio hanno regalato le emozioni più forti. Il ct Prandelli diventa protagonista della scena, così come le scelte che riguardano la rosa che dovrà affrontare, in Brasile appunto, i prossimi mondiali. Lo stato di forma di Francesco Totti crea un pertugio attraverso cui vedere la possibilità di una prossima convocazione in nazionale. Bello, sicuramente d’effetto, sicuramente il giusto attestato di stima per un campione senza età. Ma forse a prescindere dalla splendida stagione del capitano giallorosso, una delle ultime bandiere del nostro calcio, si dovrebbe pensare a sfruttare ogni singolo raduno, ogni singolo evento per gettare in mischia le giovani promesse del calcio italiano. Il Milan ha dato a questa nazionale molte nuove leve, su tutte il tandem offensivo El Shaarawy – Balotelli. E proprio su questi due giocatori forse è ora di fare un po’ di chiarezza.
Ha suscitato le ire di Amelia e lo sconvolgimento mediatico l’uscita a cresta bassa di El Shaarawy nella partita contro il Palermo. Ha tirato dritto, senza fermarsi in panchina, senza alzare lo sguardo. Ovvio, questo comportamento stona con le descrizioni quasi in aurea di santità appiccicate ad El Shaarawy, ma non è nemmeno giusto creare un caso che non c’è.
Chiunque abbia giocato a calcio  chiunque l’abbia fatto da attaccante, sa cosa vuol dire vedere il proprio numero in rosso prima di aver depositato in rete almeno un pallone. Rispetto a tutti gli altri ruoli, il cambio in attacco è quasi sempre associato alla scarsa vena realizzativa di giornata. Inoltre l’aver perso contatto con la vetta della classifica marcatori, deve aver fatto scatenare in El Shaarawy una sorta di moto perpetuo alla ricerca del gol. Inoltre l’arrivo di Balotelli ha cambiato anche un po’ le gerarchie dei passaggi in avanti e Stephan molto spesso si trova nel ruolo di assistman, magari dopo le splendide cavalcate in fascia che l’hanno reso famoso. Quindi perché stupirsi se in una partita come quella contro il Palermo, alla vigilia del raduno in nazionale, il giocatore, che peraltro ha lottato per due, si rifugia nello spogliatoio in silenzio?
E ancor peggio pensare che tra i due talenti rossoneri non ci sia feeling. Forse proprio la Nazionale fugherà ogni dubbio. I due convivono nel Milan e nell’attacco azzurro come complementari. Velocità e tecnica sopraffina da una parte, facilità d’esecuzione, istinto nell’area di rigore, fisicità e dinamismo dall’altra.  Bisogna solo oliare i meccanismi, il nuovo arrivato ha momentaneamente rubato la scena a chi per mesi si era caricato sulle spalle il peso di una squadra in caduta libera, riportandola lassù dove ci sono i riflettori accesi e dove anche Balotelli ha potuto esprimersi da campione. Spezzo una lancia dunque a favore del Faraone, perché nessuno alla sua età ha mai mostrato maggior maturità e costanza. Le sue spalle, per quanto possenti, magari si sono solo stancate e hanno bisogno di un meritato riposo.
E sempre grazie alla nazionale un altro grande talento rossonero potrebbe cavalcare le onde più alte. Mattia De Sciglio, che in molti avrebbero visto volentieri sul palcoscenico del Camp Nou, ricorda sempre più da vicino un campione che del Milan è stato bandiera e che ne ha fatto la storia. Vederlo giocare a sinistra, a destra e anche al centro della difesa rossonera, riporta all’esordio di quel ragazzo figlio d’arte, quel Maldini che ha portato in alto i colori rossoneri per oltre un quarto di secolo. Miglior augurio non poteva esserci per Mattia se non di poter virtualmente raccogliere l’eredità del capitano rossonero, che ancora non aveva trovato adeguati interpreti. E anche in Nazionale può accrescere il suo bagaglio di esperienza, anche se la sua calma serafica e la sua intelligenza tattica lo hanno messo al centro dei piani di rinnovamento rossonero e lo hanno portato sotto i riflettori, senza che lui ne risentisse minimamente.
Bisogna a questo punto dare atto ad Allegri che il suo piano prospettico per ricostruire il Milan sta dando i suoi frutti. Eppure questo miracolo, perché vedere i rossoneri lottare per il secondo posto è un miracolo calcistico, sembra non essere sufficiente a placare le voci che vogliono il tecnico toscano in bilico per le prossime stagioni. Si parla di ex rossoneri, come il Gattuso che venerdì tornerà da avversario, sia sul campo che in panchina, proprio del suo ex tecnico. Si parla e si sussurra in un possibile ritorno di Clarence Seedorf, passando anche per Donadoni e per l’idilliaca ipotesi Inzaghi. Max però continua in modo inossidabile il suo lavoro. Le sirene che lo volevano prima a Roma e poi addirittura a Napoli sembrano essersi affievolite, il tecnico toscano nonostante le critiche ricevute anche dal Presidentissimo non batte ciglio: è il campo a parlare per lui. La sosta per la Nazionale, di solito, porta buone notizie al Milan, che al rientro affronterà il Chievo. La lotta per la seconda posizione è innescata, senza dimenticarsi che, in chiave scudetto, la matematica ancora non frustra i sogni di nessuno.

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