Prima stagione al Milan alla guida degli Esordienti classe 2001. Che realtà ha trovato e com’è stato il suo inserimento?
Mi sono trovato benissimo fin dai primi giorni perché a livello organizzativo ho trovato una struttura di altissimo livello e a livello umano è stato molto semplice inserirmi perché diversi colleghi come Marino Frigerio, Luca Morin, Roberto Bertuzzo e gli stessi responsabili li conoscevo già. C’è sintonia in tutto, lavoriamo perseguendo lo stesso obiettivo comune che è quello di creare giovani di qualità che possano essere un domani giocatori da Milan.
Che esperienze ha fatto prima di arrivare al Milan?
Arrivo dal Monza dove sono cresciuto sia come calciatore che come allenatore. E’ stata la mia famiglia per tantissimi anni. Si poteva lavorare bene, ultimamente ci sono state delle piccole difficoltà ma non posso non essere grato al Monza che mi ha formato a tutti i livelli.
Qui al Milan ho trovato una situazione diversa, un’organizzazione societaria e uno staff di primissimo livello dal mio vice Simone Baldo al preparatore dei portieri Navazzotti passando per lo staff di Milan Lab, credo che ci sia davvero tutto per lavorare al meglio e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Ci parli della sua squadra.
Ho trovato una squadra di ottimo livello, abbastanza eterogenea e formata da un misto di ragazzi italiani e stranieri, alcuni adottati da famiglie italiane. Alcuni erano qui da diversi anni altri invece sono arrivati quest’anno e si è cercato subito di favorirne l’inserimento. Qui diventa fondamentale l’opera preziosa del Dott. Fabio Grassi che tra le varie competenze cura anche le eventuali difficoltà di inserimento dei nuovi arrivati. Fortunatamente per quanto riguarda la mia squadra questo tipo di problematiche non ci sono state perché sono ragazzi che oltre ad avere delle doti calcistiche fuori dal comune, sono talmente intelligenti, talmente svegli che si sono subito adattati alla nuova realtà.
Dal punto di vista dei risultati, le avete vinte praticamente tutte, quanto è importante il risultato e come viene vissuta la sconfitta?
Quando ero allenatore del Monza ho sempre patito le grandi squadre come il Milan. Quest’anno per fortuna sono dall’altra parte e i risultati sono importanti nel momento in cui si considera la vittoria come un momento di crescita dei ragazzi. Il risultato deve essere un elemento che accresce l’autostima, un premio al lavoro che viene fatto in allenamento. L’unica sconfitta che abbiamo avuto quest’anno è stata contro l’Accademia Inter arrivata subito dopo la vittoria del derby 3-0 è li forse è calata un po’ l’attenzione. L’obiettivo primario a questa età è comunque la crescita individuale dei ragazzi. Ogni allenamento deve essere un momento per introdurre qualcosa di nuovo, qualcosa che faccia accrescere le loro conoscenze e capacità”.