gDopo la scomparsa di Claudio Lippi, giornalista di Milan Channel ed amico di tutti i giocatori e della società del Milan, oggi tutte le squadre rossonere giocheranno con il lutto al braccio.
Ilveromilanista.it ha raccolto in esclusiva alcuni pensieri dei colleghi ed amici di Claudio.
Luca Bertelli: “Siamo stati vicini di scrivania a lungo a Milan Channel, nella vecchia sede prima del passaggio in via Deruta. Averlo in ufficio con noi per me era come una sorta di festa, come quando il cugino più grande va a trovare quello più piccolo e gioca con lui. Con Claudio, pur essendo lui un ottimo professionista in video, la dimensione ludica e gioiosa delle cose era molto accentuata e per questo eravamo in sintonia . Ricordo con piacere ed emozione, la telefonata del 18 settembre 2011, quando nacque sua figlia Sofia. Lui doveva lavorare, io ero di riposo, ma Milena stava per partorire ed eravamo d’accordo che lo avrei sostituito in caso di necessità. Mi chiamò nel primo pomeriggio, per dirmi di mettermi in viaggio verso Milano e andare in onda al posto suo: “Mia figlia sta per nascere. Sei il primo a cui lo comunico, non lo sanno nemmeno i miei genitori”, mi disse. Un giorno, lo racconterò a Sofia, quando sarà più grande.”
Tiziano Crudeli: “Eravamo molto amici, era una sorta di mio figlioccio. Inutile dire che era un ragazzo solare, era molto stimato e apprezzato dai giocatori, che non è da tutti. Nella nazionale giornalisti e opinionisti tv di calcio era uno dei miei giocatori, spesso era il capitano della squadra. Lui tra l’altro giocava molto bene a pallone avendo giocato con la Pro Vercelli e in Serie D. Lo avevo sentito due giorni prima che avvenisse l’incidente, doveva andare a Roma al funerale di un amico e non ottenne il permesso da parte dei suoi datori di lavoro. Forse sarebbe successo lo stesso, di certo rappresenta un segno del destino. Senza banalità e retorica chiaramente.”
Giovanni Lodetti: “Avevamo un rapporto straordinario, ci siamo sempre stimati e siamo diventati molto amici. La sera dopo Studio Milan lo portavo a casa io, perché abitava qua vicino. Scherzavo sempre con lui, con il suo modo di giocare a calcio, lo prendevo un po’ in giro. Lui era uno che con me si trovava benissimo, mi domandava sempre cose sulla mia carriera, era curioso, era bravo, veramente una brava persona. Quando l’ho saputo mi ha fatto veramente male: se sei a contatto con persone così brave, così corrette, oneste e professionalmente molto valide, è un davvero peccato perderle.”
Luca Serafini: “Ci conoscevamo da tanti anni, ci siamo frequentati anche fuori dal lavoro, avevamo un gran rapporto anche di confidenza, molto spesso ci siamo rivelati le cose. Tra gli episodi che ricordo di più c’è sicuramente un viaggio di ritorno, proprio da Verona e proprio un sabato di Pasqua: eravamo di ritorno dallo stadio, io con la mia macchina e lui sulla macchina per conto di Milan Channel. Non mi ero accorto che eravamo in colonna nel traffico, lui mette la testa fuori dal finestrino e ha incominciato a gridare con me per avere un mio autografo facendomi sprofondare nella vergogna. Tutti i lunedì dopo studio Milan succedeva più o meno la stessa cosa, facevo due o tre semafori e lui arrivava da dietro,con la sua moto e mi dava un pugno sul vetro che mi faceva prendere un bello spavento. Il ricordo più bello in assoluto è stato il weekend trascorso al Milan club di Assisi solo un anno fa: siamo stati lì, c’era anche Milena, la sua compagna. Abbiamo trascorso belle giornate con i ragazzi di Perugia che ci hanno accompagnato in giro, tra l’altro sono stati i primi a chiamarmi martedì, una delle prime telefonate che ho ricevuto è arrivata proprio dal Milan club di Assisi.”
Fonte: ilveromilanista.it
