Gli Allievi nazionali del Milan hanno raggiunto la qualificazione alle Final eight grazie alla vittoria per 3-0 sul Varese e mister Inzaghi è felice e pieno d’orgoglio per il traguardo raggiunto. Ecco le sue parole ai microfoni di milombardia.gazzetta.it.
Inzaghi, crede nello scudetto?
«Certo e non potrebbe essere diversamente dopo la spettacolare rimonta dei miei ragazzi che non perdono da 21 partite. Hanno conquistato 17 vittorie e 4 pareggi, andandosi a prendere quello che volevano e che si meritavano: le finali per lo scudetto. Siamo il Milan e a Chianciano diremo la nostra fino in fondo per cucirci sul petto il tricolore».
E’ vero che all’inizio della stagione l’avevano sconsigliata di allenare gli Allievi Nazionali?
«Sì, in estate qualcuno mi aveva detto di non prendere questo gruppo perché avrei trovato dei ragazzi molli. Ma i miei giocatori hanno dimostrato proprio il contrario e ora si sono guadagnati i complimenti di tutti».
Qual è stata la molla per dare una svolta al campionato?
«È stata decisiva la consapevolezza acquisita dopo l’affermazione al trofeo di Rieti, dove abbiamo battuto la Roma e lo Zenit San Pietroburgo. Lì, abbiamo capito di essere forti».
Che cosa apprezza di più nei suoi Allievi?
«La loro energia e la voglia di non mollare mai».
Filippo Galli, d.s. del settore giovanile rossonero, ha detto che lei «si è svestito dei panni dell’allenatore, mettendosi a disposizione della squadra». Come ha fatto?
«Ho cercato di trasmettere il mio entusiasmo ai ragazzi, e quelle caratteristiche che avevo da giocatore: il desiderio di vincere e di non accontentarmi mai. Il gruppo, sano, ha risposto come volevo e il merito del rendimento va diviso con tutto lo staff».
Chi ringrazia di più?
«La lista è lunga e parte dai miei collaboratori più stretti: il vice Fulvio Fiorin e Stefano Nava. Non voglio dimenticare nessuno e sono grato a tutte le persone che sono state vicine ai miei ragazzi: dal personale di Milan Lab alla nostra psicologa e ai tutor».
Ai suoi giocatori non è mancato proprio nulla ma come vanno seguiti i giovani di un grande club come il Milan?
«Accompagnandoli con attenzione quotidiana e ricordandoli sempre che fanno un lavoro stupendo e giocano nella squadra migliore del mondo. In questo modo tutto, dalla scuola al campo, diventa più facile».
La sua prima stagione da allenatore non è ancora finita ma che cosa si porta già nel cuore di questa annata?
«Non pensavo che allenare offrisse soddisfazioni così intense e straordinarie. Dopo aver vinto il torneo di Rieti, i ragazzi mi hanno lanciato in aria ma per ripagarmi sono sufficienti i loro sguardi. Mi basta vederli crescere giorno per giorno, al mio fianco».
