I rossoneri non vanno oltre un inutile 0-0 contro la Roma e ora si giocano il terzo posto all’ultima giornata a Siena; partita brutta, nervosa, con un Milan poco lucido e costretto a giocare un tempo in inferiorità numerica.
© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS
Il terzo posto può attendere. Tutto rinviato all’ultima partita di Siena e niente festa al termine di Milan-Roma: poteva essere la serata del saluto reciproco fra squadra e tifosi con l’obiettivo raggiunto, invece è stata una serata nervosa, caratterizzata da molti episodi brutti e da una partita giocata male da un Milan che non è riuscito ad alzare i ritmi, ad imporre il proprio gioco e a creare occasioni, nemmeno quando si è giocato in parità numerica e questo rende meno valido l’alibi dell’espulsione di Muntari, che ha ulteriormente complicato la situazione nella ripresa. Ci aspettavamo un Milan volitivo e fortemente determinato a chiudere il discorso terzo posto davanti ai propri tifosi, invece la squadra ha confermato di essere in debito di energie, di non avere più la necessaria brillantezza e di soffrire la mancanza di un regista a centrocampo che sappia dettare i ritmi e far partire le azioni. C’è stata più Roma che Milan, fin dall’inizio e questa è un’aggravante nel momento in cui bisogna giudicare la prestazione dei rossoneri, che dovevano assolutamente vincere ma hanno fatto poco per riuscirci e, ripeto, fin dal primo minuto, quando ancora c’era la parità numerica. Nella ripresa i rossoneri hanno resistito all’assalto nemmeno troppo convinto della Roma, hanno provato anche a vincere, si sono dimostrati solidi in difesa ma spuntati in attacco e raccolgono un punto che in verità serve a poco ed è equivalente ad una sconfitta sul piano pratico, perchè ora sarà comunque necessario vincere a Siena e un pareggio non basterebbe. Il Milan si è complicato la vita e dovrà soffrire e penare ancora una settimana, ma non sarebbe certo un’impresa epica battere un Siena già retrocesso e se ciò non avvenisse, sarebbe giusto rimanere fuori dall’Europa che conta. E’ stata una brutta serata e non solo per il risultato e il gioco scialbo: i buu razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Milan da parte dei tifosi della Roma hanno portato addirittura alla sospensione della gara per un paio di minuti; lo speaker dello stadio ha passato il tempo a recitare comunicati per spiegare le conseguenze degli ululati razzisti, ma anche del solito laser puntato contro i giocatori della Roma; Muntari ha perso la testa e si è fatto espellere per un’ingenuità grave ed inaccetabile, vista l’importanza della posta in palio; si sono visti più calci che calcio e nel finale anche Totti si è visto mostrare il cartellino rosso per una reazione nei confronti di Mexes. Il peggio del calcio italiano, in campo e sugli spalti, condensato in novanta minuti da dimenticare in fretta per concentrarsi sulla decisiva partita di Siena, apparentemente facile ma proprio per questo molto insidiosa.
Allegri conferma il modulo 4-3-3 con De Sciglio a destra al posto di Abate, Constant a sinistra e coppia centrale Zapata-Mexes; a centrocampo rientra capitan Ambrosini che si piazza in posizione centrale, con ai lati Muntari e Flamini; in attacco tridente El Shaarawy-Balotelli-Boateng alla caccia del gol o dei gol che portino l’aritmetico terzo posto al Milan. Stadio un po’ più pieno del solito ma ben lontano dall’essere gremito e Milan che, come preannunciato alla vigilia, gioca con una maglia dorata, cioè la terza divisa della prossima stagione, che farà storcere il naso ai puristi che vorrebbero sempre vedere la propria squadra giocare indossando i classici colori sociali, a meno che ci siano problemi di somiglianza nei colori, ma le esigenze del merchandising impongono queste bizzarre strategie. Solito entusiasmo in Curva Sud, che vuole trascinare e sostenere la squadra come sempre anche in quest ultimo impegno casalingo, in attesa di fare altrettanto a Siena, sottolineando come sia stato importante per la squadra (che lo ha sempre riconosciuto) il sostegno incondizionato fin dalle prime partite, quando le cose andavano male. In questa stagione si è creato un intenso legame fra squadra e curva e anche questo è servito per arrivare in alto e sarebbe bello poter festeggiare già da questa sera un piazzamento in classifica insperato ad inizio stagione e importante in ottica prossima stagione.
Ti aspetti un Milan pimpante e scatenato che parta a razzo e, invece, è subito Roma: Abbiati deve respingere il sinistro dalla distanza di Marquinho, poi un errore in disimpegno di Constant innesca Totti che non centra la porta e la terza occasione arriva quando Lamela imbecca il solito Marquinho sul quale Abbiati chiude tempestivamente, con Mexes che libera l’area con grande calma e classe. Nella prima mezz’ora il Milan fa fatica, non riesce a sfondare la difesa giallorossa e si notano i primi accenni di nervosismo fra Balotelli, che si intestardisce in un dribbling prolungato e Muntari, che non intuisce le sue intenzioni innescando il contropiede giallorosso. Poi, finalmente, arriva la prima occasione, originata da un’iniziativa di De Sciglio sulla fascia con traversone al centro che Boateng devia sotto porta, ma in modo troppo molle e centrale per impensierire Lobont. La Roma si riporta in avanti con un tiro di Totti che Abbiati deve respingere in volo, poi diventa protagonista in molti modi diversi Balotelli: prima zittisce i cori razzisti dei tifosi giallorossi, poi impegna Lobont con un’insidiosa punizione e alla fine si fa ammonire per un’entrata in ritardo su Marquinho, innescando la miccia dell’episodio che condizionerà il resto della partita, perchè Muntari dice qualcosa all’arbitro e si prende pure lui un cartellino giallo, ma poi insiste, tocca l’arbitro, gli prende il braccio e viene inevitabilmente espulso in modo ingenuo ed inaccettabile, visto che mette in difficoltà i compagni in una partita in cui il Milan si gioca molto.
Ad inizio ripresa un altro brutto episodio, ovvero la sospensione della partita per i cori contro Balotelli che aveva appena effettuato un rinvio sbilenco in fase difensiva. Un paio di minuti e poi si riprende, anche se i cori non cessano definitivamente e quindi viene da chiedersi a cosa sia servito sospendere la gara per un tempo così breve. C’è sempre più Roma che Milan e ora sembra anche abbastanza ovvio, visto che i rossoneri sono in inferiorità numerica, ma reggono bene, soprattutto in difesa, costringendo la Roma ad effettuare solo tiri dalla distanza, alcuni solo velleitari, come quello sul fondo di Osvaldo. Il Milan ci prova solo con un’altra punizione di Balotelli che mette un po’ in difficoltà Lobont, poi torna a farsi minacciosa la Roma, con un’invenzione di Totti che smarca Marquinho solo davanti ad Abbiati, che esce tempestivamente ma viene scavlacato dal pallone e ci deve pensare Mexes a sventare definitivamente la minaccia. I due allenatori cominciano i cambi e Allegri sostituisce lo sfinito El Shaarawy con Robinho, anche se molti si aspettavano Pazzini, ma schierare due centravanti con la squadra in inferiorità numerica forse sarebbe stato un azzardo eccessivo. Intorno alla mezz’ora arriva l’occasione migliore costruita dai rossoneri: Boateng, arretrato a centrocampo dopo l’espulsione di Muntari, verticalizza per Flamini che si trova davanti a Lobont ma si fa respingere la conclusione e non riesce a ribadire in rete nemmeno la seconda volta. Allegri manda in campo Nocerino al posto di un Boateng confusionario e impalpabile e poi tenta il tutto per tutto con Pazzini al posto di Flamini, perchè un pareggio serve a poco, ma la squadra è stanca a fatica a presentarsi con regolarità e pericolosità davanti a Lobont e, allora, bisogna soffrire sugli ultimi assalti giallorossi che culminano nel tiro di Dodò che impegna Abbiati. Nel finale si ristabilisce la parità numerica, perchè Mexes ringhia su Totti addirittura sulla trequarti giallorossa e il capitano della Roma reagisce con una manata che Rocchi punisce con il cartellino rosso. Non succede altro e l’ultimo ad arrendersi è Mexes che si improvvisa centravanti e crea un po’ di caos andando ad impattare con Lobont a gioco già fermo e questo è l’ultimo episodio di nervosismo di una partita brutta e spigolosa.
Alla fine niente feste perchè c’è poco da festeggiare; i giocatori vengono sotto la curva ad applaudire i tifosi e a farsi applaudire e poi tornano negli spogliatoi, cominciando già a pensare al decisivo impegno di Siena. Partita nervosa e convulsa, chiusa con un pareggio che serve poco ad entrambe: non garantisce il terzo posto al Milan ed esclude la Roma dall’Europa, dove potrà entrare solo tramite la finale di Coppa Italia. La Roma è stata fin dall’inizio più pericolosa di un Milan confusionario e poco lucido, che si è lasciato prendere dal nervosismo e non è mai riuscito a creare gioco in nodo fluido, ma solo a strappi; l’espulsione ha complicato tutto, ma in fondo il Milan ha retto bene, ha sofferto poco e ha provato anche a vincere, ma ha mostrato tutte le difficoltà di questo finale di campionato in cui è meno brillante e più stanco, dopo la grande rimonta. Risultato e prestazione deludenti, ma nulla è perduto, anche se il Milan si è complicato la vita; biosgna vincere a Siena contro una squadra già retrocessa e poi allora sì che si potrà festeggiare, ma ci vorrà un’altra settimana di attesa e di tensione, perchè sarebbe imperdonabile rovinare tutto all’ultima partita contro un avversario demotivato e tranquillo, ma proprio per questo molto insidioso. La partita contro la Roma va in archivio con un po’ di delusione e il popolo rossonero sfolla per l’ultima volta in questa stagione da San Siro un po’ imbronciato, ma il Milan è ancora padrone del proprio destino e ora sa di non poter davvero più sbagliare, perchè non ci saranno altre prove di appello.