di Carmelo Abate
Eco: [è-co] s.f. o m. (pl.m. echi). Fenomeno acustico per cui un suono, riflesso da un ostacolo, viene udito nel punto di emissione. Fig. Ripercussione, risonanza che ha un fatto, una notizia, un fenomeno culturale: suscitare reazioni, provocare strascichi, conseguenze. [Dizionari.corriere.it]
Finale thrilling, una scalata in bilico tra il podio e il precipizio, ascesa verticale su un sentiero turbolento, gas e sudore in una cavalcata nata dalle ombre, costruita col coraggio e l’incoscienza di chi crede nelle rimonte (im)possibili.
Perché anche immaginarlo sembrava folle, quel podio così lontano, quel terzo posto che adesso echeggia più che mai, con il sapore della rimonta ed il tumulto delle sagome rimaste in coda.
Minuti interminabili nel limbo dell’impresa incompiuta, epilogo al cardiopalma moltiplicatore d’emozioni. La nostra fierezza, il nostro orgoglio per un traguardo incredibile, la gioia di aver dato forma ad un’ambizione, quel terzo posto dannatamente bello. Quel terzo posto conteso in un – onore ai viola – duello senza esclusione di colpi, un obiettivo centrato, un obiettivo sfiorato, accarezzato e visto svanire sul gong. Due facce di una medaglia, quella della terza piazza che diventa inesorabilmente rossonera, sadico il destino a concedere un’ultima illusione gigliata, destino o commedia che sia nell’eco degli sconfitti.
“L’eco è spesso più bella che la voce da essa ripetuta”. (Oscar Wilde)
Un terzo posto impolverato da imperterriti malpensanti, ultras ignoranti e lezioni di stile, un’eco che ci spiace sentire così acuto e ridondante quasi a voler scalfire la nostra esultanza. Un’eco che è benzina ed acqua, una goccia nella nostra solidità.
Un successo inattaccabile e scultoreo nella prospettiva di un narratore onnisciente che racconta la storia di un terzo posto fondato su uno strepitoso 2013, su una fiducia ritrovata, nella mente, nello spirito, nei colpi. Quei colpi, 12 per l’esattezza, di un Balotelli killer d’area uomo simbolo della risalita, l’uomo senza il quale (probabilmente) la rimonta non sarebbe stata realizzabile. La vittoria della classe operaia, dell’impegno, del gruppo, la vittoria di Allegri e Galliani.
La vittoria dell’eco, quello tuonante delle nostre urla al gol di Mexes.
