Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.
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Allegri o non Allegri? Questo l’amletico dilemma che aleggia anche nella sede della Regione Lombardia, alla presenza del Milan dei Campioni che cinquant’anni fa alzò la il primo trofeo Europeo. La prima Coppa che aprì la strada alla serie di trofei che hanno reso, poi, il Milan la squadra più titolata al mondo. Ritornello tanto caro in questi anni e usato in più occasioni anche dai vertici societari per vendere al meglio l’immagine di una società storica che, di fatto, ha fatto la storia.
Eppure gli occhi sono puntati sull’allenatore livornese, che si è messo al volante sì, per essere presente all’evento, ma soprattutto all’indomani delle dichiarazioni di Berlusconi, per incontrare Galliani e parlare di futuro. Sembra che le strade del Milan e di Allegri siano destinate a dividersi, a correre parallele e come tali non incontrarsi più. A meno di qualche cambio in corsa, a meno che Galliani non trovi il modo per trattenere il suo fido allenatore, a meno che Allegri non voglia rimettersi in gioco dopo il miracolo ottenuto quest’anno. Perché domenica quando alla chiusura dei giochi mancavano solo una manciata di minuti, il Milan deve essersi appellato a qualche santo in paradiso che, prontamente, ha puntato il suo sguardo sul campo di Siena e ha innescato la serie mirabolante di eventi che ha consentito ai rossoneri di ribaltare un risultato che ormai appariva pesante come una condanna.
Invece, tra le polemiche postume, il Milan con Balotelli prima e Mexes poi, torna tra gli eroi di giornata e ottiene l’obiettivo che fa diventare unica nel suo genere l’intera stagione e che consente al Milan di tentare l’aggancio all’Europa che conta e ai suoi euro pronti per le casse e le spese rossonere. In più il terzo posto potrebbe essere la merce di scambio usata proprio da Allegri per trattenersi a Milan, se questa fosse la sua intenzione. Ma i fatti ci fanno intendere che forse l’idillio che era scoppiato tra Berlusconi e l’elegante tecnico toscano è ormai svanito.
Le parole diffuse da Biscardi, il comunicato ufficiale che smentisce sottolineando che “in data odierna” il presidente Berlusconi non avrebbe detto o scritto nulla di tutto ciò che invece è stato detto in tv, in data odierna… qualche dubbio ovviamente si sarà annidato nella testa di Allegri. Inoltre si vocifera che da mesi ormai a Roma aspettano solo l’ufficialità del nuovo sodalizio.
Nei prossimi giorni si saprà chi avrà avuto ragione, ma soprattutto si saprà se Galliani dovrà trovare in tutta fretta un degno successore. In effetti l’apertura di Marco Van Basten, che qualche mese fa non aveva più parlato dei problemi che lo avevano tenuto lontano dall’Italia con la famiglia, pronto così a trasferirsi anche a Milano, aveva lasciato intendere che poteva esserci una svolta in questa direzione. Poi la grande suggestione di poter riavere Seedorf al Milan nel nuovo ruolo di allenatore. Qualcuno ovviamente ritiene che per il Professore possa essere un’esperienza prematura ma, come ha sottolineato Pistocchi, il Milan possiede già un tecnico di altissimo livello pronto ad affiancare, come negli ultimi anni, qualsiasi allenatore sulla panchina rossonera. Questo è ovviamente Mauro Tassotti, memoria storica della gestione tecnica del Milan, di certo artefice dei molti progressi fatti negli ultimi anni. Cambia l’allenatore, ma rimane sempre lui al suo fianco, pronto a dare la giusta interpretazione ad ogni squadra, ad ogni modulo, ad ogni singola azione. Il motivo per cui Mauro non abbia mai calcato la scena da protagonista, forse è da ricercarsi nella sua assoluta riservatezza, nel suo amore sviscerato per i colori rossoneri, pronto ad essere manovalanza, ma mai condannato all’esilio. Dunque l’ipotesi Seedorf affiancato da quello che rimane lo stratega rossonero per eccellenza, acquista un valore aggiunto importante.
In attesa dunque di conoscere con certezza il nome del prossimo tecnico rossonero, gli strascichi legati all’ultima giornata di campionato sono ingombranti e fanno davvero male. L’accusa agli arbitri di essere condizionati nel loro lavoro, quei cori e quegli urli razzisti all’indirizzo dei giocatori del Milan, Balotelli in primis, nella stazione di Firenze, riportano alla mercè dei media, ma non solo, l’assoluto bisogno di un intervento forte nei confronti di questi episodi, dentro e fuori dagli stadi. Balotelli è diventato ormai il bersaglio preferito dei tifosi avversari che hanno capito quale arma usare per annientarlo o addirittura elettrizzarlo fino a fargli perdere il controllo. E’ un’arma potente questa dalla quale Balotelli, volente o nolente dovrà imparare a difendersi. Almeno fino a che quei cori, quelle urla, quei versi, non verranno condannati in modo esemplare. Non basta che un presidente si scandalizzi, che un sindaco chieda scusa, che chi può condanni vogliono interventi mirati e assoluti, bisogna disintegrare sul nascere l’idea di poter usare il colore della pelle come bersaglio, bisogna inculcare nelle menti dei tifosi che forse è meglio tifare per i propri colori che contro gli altri. E’ più bello sentire una curva che canta all’unisono il nome di un giocatore, un inno, un coro per i propri beniamini piuttosto che scandire offese e urla nei confronti degli avversari. Il Milan è attivo in questo senso, prima o poi il progetto “Io tifo positivo” sono certa avrà il sopravvento. I colori rossoneri, la storica Curva Sud, i suoi paladini, i creatori, i leader, hanno nelle loro mani la chiave per un cambiamento epocale. Se il Milan ha scritto la storia sul campo, se da cinquant’anni lo fa anche in Europa, se gli interpreti in questa metà di secolo si sono distinti per le vittorie, è giusto che chi da sempre canta i nostri colori prenda il suo posto nella storia rossonera, invocando un cambio di rotta epocale che potrebbe davvero significare quel titolo in più che andrebbe ad arricchire la bacheca di trofei di via Turati. La squadra più titolata al mondo tifa positivo!
