Seedorf, quel passato monzese che lascia perplessi

CLARENCE SEEDORF TECNICO DEL MILAN: SIETE D’ACCORDO?

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23.05.2013 18:24 di Matteo Chiamenti  articolo letto 818 volte

© foto di Giacomo Morini

Al di là di clamorosi colpi di scena, Clarence Seedorf sarà il prossimo “mister” in casa Milan. Tanto si è detto sul suo “acerbo” profilo in termini manageriali (nel senso calcistico del termine), tanto si è parlato della sua rinomata esperienza di campione dell’epoca d’oro. Pochi però, per non dire nessuno, hanno ricordato l’esito di quella che è stata la sola vera esperienza calcistica “alternativa” a quella di calciatore fin qui vissuta dall’olandese.

Già perché Clarence Seedorf, come molti sanno, nel 2009 era diventato l’azionista di maggioranza del Monza Calcio. Un’acquisizione avvenuta attraverso la sua On-International la società brianzola dal gruppo bergamasco Begnini, che aveva a sua volta salvato la società dal fallimento nel 2004 e la cui “storia” è terminata questo maggio, mediante la cessione a Anthony Armstrong Emery. Ma qual è stato il bilancio di questi anni monzesi?

Senza voler esprimere un giudizio “morale” in merito che non ci compete, la cronaca riporta di un addio tutt’altro che carico di rimpianti. Un’iniziativa partita con le migliori intenzioni, ma che poi ha visto lo stesso Seedorf accusato da una parte del pubblico del Brianteo (stando a diversi articoli apparsi sulle più disparate testate locali e non) di essere una presenza “evanescente”, di avere interpretato il suo ruolo come un mero investimento, senza attenzione all’aspetto sportivo di questa scelta e alle responsabilità tipiche che ne derivano. La stessa Curva Davide Pieri – Modoetia Magni (gruppo Facebook nel quale è andata a confluire la pagina Seedorf via da Monza) si esprimeva qualche giorno fa alla notizia della cessione a nuova proprietà: “18 giugno 2009 – 12 maggio 2013. Son Passati 4 anni da quando seedorf (volutamente in minuscolo) ha comprato il Monza e poi venduto. In questi 4 anni ne abbiamo viste di ogni genere passando da cugini e fratelli raccomandati ai 6-1, try out e retrocessioni. In questi 4 anni il popolo monzese non ha mai mollato, con passione e fedeltà è rimasto vicino alla causa biancorossa. Il 12 maggio 2013 il costruttore “stellare” ha deciso di sposare la maglia della nostra città, al Brianteo si è rivisto, finalmente, l’entusiasmo che da troppo tempo mancava. L’imprenditore Inglese è riuscito a far riaccendere la fantasia viaggiatrice dei tifosi del Monza, quella libertà di sognare che seedorf ci aveva in qualche modo negato”.

Una società che, sotto la gestione Seedorf, ha visto problematiche anche sul piano del bilancio. A titolo di esempio nel 2011 la società aveva ufficialmente dichiarato di essere in vendita e di non potere sostenere le spese necessarie al ripescaggio in C1, con debiti per oltre 3,9 milioni di euro, riuscendo poi comunque a isciversi al campionato 2011-2012 in Prima Divisione (esperienza poi conclusa con la retrocessione in Lega Pro Seconda Divisione proprio nell’anno del centenario). Nell’ottobre del 2012, il Calcio Monza aveva comunicato ufficialmente di non aver potuto adempiere all’obbligo del pagamento degli stipendi luglio-agosto ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori, come da norme della Lega Pro, ricevendo dalla Commissione Disciplinare Nazionale una penalizzazione in classifica di 2 punti. Una situazione risolta parzialmente sul finire del novembre 2012, (con il versamento di mezzo milione di euro nelle casse sociali da parte dell’olandese dell’ armatore connazionale Jan Lagendijk, cifra che ha poi permesso il pagamento degli stipendi arretrati fino a quel momento), con ritardi che si sono poi verificati anche nei mesi seguenti. Infine, questo maggio, la vendita e la parola fine su un amore probabilmente mai nato.

Un’esperienza calcistica a livello “manageriale” (anche se sicuramente differente da quella che lo attenderebbe a Milanello) non propriamente facile. E che lascia, è innegabile, un po’ perplessi.

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