Massimo Zampini, avvocato, juventino e autore de “Il gol di Muntari”, ricorda così la finale di Manchester di dieci anni fa
Manchester era cominciata poche settimana prima, a pochi minuti dalla fine di un incredibile Juve-Real. In quel secondo, colui che avrebbe vinto il pallone d’oro di quell’anno entra in ritardo su un avversario, si prende un’ammonizione che gela lo stadio quanto un gol del Real. Finale senza Nedved, il trascinatore. È lì che cominciano i brutti presagi, è lì che forse la Juve perde la convinzione, è lì che forse nasce quell’atteggiamento dimesso in finale, che porta il Milan a vincere meritatamente quella partita. È il destino delle due squadre: una perfetta, spesso, fino all’ultimo atto, ma impaurita all’ultimo rigore. L’altra sicura, più che mai, proprio quando si arriva all’ultimo atto. Poi, se ci togli anche Nedved, il destino di quell’incontro era davvero segnato. Perché Manchester era cominciata lì. Perché Manchester, forse, era finita lì.
