Dhorasoo saluta il capitano: “Ambro, ciao bello!”

AC Milan v Shakhtar Donetsk

Vikash Dhorasoo ha qualcosa da dire sulla notizia dell’addio di Massimo Ambrosini. Il centrocampista francese, compagno di squadra di Ambro al Milan nella stagione 2004-2005, ha salutato il capitano rossonero con un articolo per So Foot.

Massimo Ambrosini se ne va perché Massimo Ambrosini non è Filippo Inzaghi, non è Paolo Maldini. Perché Ambrosini non fa parte degli “Immortali” del grande Milan. Lui, a differenza degli altri due, non sceglierà dove e quando smetterà di giocare per il Milan. Il Milan forse voleva prolungare, chissà. Ma perché tenere un giocatore che giocherà sempre di meno? Lui voleva forse restare, chissà. Ma come accettare di passare tutto il suo tempo in panchina? In ogni caso, la prossima stagione Ambro vestirà i colori di un’altra squadra. E questo sarà strano. Comunque, Ambrosini tornerà senza dubbio al Milan un giorno, perché il Milan ha memoria. Quella che manca tanto al calcio. Sì: il calcio non ha memoria. Raul prima di lui, Gattuso, Seedorf più recentemente, Juninho, tra poco forse anche Lampard, se ne sono andati. Perché il calcio non è nulla di fronte al realismo della vittoria, di fronte alla realtà economica. Il realismo degli uni non è per forza il realismo degli altri: alcuni credono ai sogni e alle storie, altri alle vittorie e ai titoli. Ma alla fine, le storie sono sempre più forti del realismo”. 

“Anche io ho ceduto al realismo lasciando Le Havre per andare in una società migliore a guadagnare più soldi. Mi sarebbe piaciuto restare a Le Havre tutta la vita, mi sarebbe piaciuto tornarci, ma la realtà era troppo forte. Volevo provare a giocare con i migliori e contro i migliori. E ci sono arrivato. Mi sarebbe piaciuto che Ambrosini restasse a vita al Milan, che Raul finisse la carriera al Real, che Juninho non lasciasse mai il Lione. Questo era il senso della Storia, non il senso del realismo, il successo del sistema, dell’economia e della vittoria ad ogni costo. Sì, Ambro, Gattuso e Seedorf dovrebbero, potrebbero, essere ancora dei giocatori del Milan perché la storia, l’attaccamento, la fedeltà sono più importanti che vincere o perdere e sono anche più forti dei titoli. Certo, ma i giocatori passano, il club resta ed i trofei si accumulano”.

“Fortunatamente per Galliani, Aulas, Perez e i loro colleghi, i tifosi stessi non hanno più memoria, o hanno la memoria corta, e dimenticheranno Ambrosini come hanno dimenticato gli altri. Un nuovo giocatore è già pronto a raccontare una nuova storia. La stagione può ricominciare. Ambro lascerà comunque un grande vuoto nello spogliatoio deserto dei Senatori del Milan. Ambro ha segnato la storia di questo club e mancherà nei corridoi di Milanello. Quando Ambro c’è, non lo si nota molto. Ma quando non c’è, si sente. E vi manca. In campo, la stessa cosa. Il grande e forte Massimo Ambrosini avanza sull’avversario come un rullo compressore, ed è tutta la squadra che avanza con lui. Affrontando il Barça, questa stagione, ha suonato la carica e portato con lui la fierezza del Milan, prima che questo fosse spazzato via nella gara di ritorno. A Eindhoven, nel 2005, il Milan è eliminato dalla Champions League…fino al suo colpo di testa. Ambro è il gladiatore, quello che si infortuna e che torna, che si allontana e torna di nuovo. Ambro è classe. Una classe che ora mancherà al grande Milan”.

Ti potrebbe interessare anche…

Recommend0 recommendationsPublished in Milan News