Dal Caffè la Versiliana di Marina di Pietrasanta, Adriano Galliani ha chiacchierato a lungo su una serie di temi di attualità rossonera: “Robinho? Sono sicuro farà bene, lui voleva tornare a casa al Santos, ma non essendo riusciti a trovare un accordo economico, abbiamo deciso di continuare insieme con una nuova vita triennale. Noi crediamo di avere una squadra numericamente e qualitativamente competitiva. Nell’anno solare 2013 noi abbiamo giocato 20 partite di campionato e abbiamo fatto 45 punti, quindi riteniamo di essere assolutamente a posto, se dovesse partire qualcuno arriverà qualcuno. Pensiamo di avere una squadra che possa salire sul podio che non manca da 5 anni. Io misuro sempre gli ultimi 5 anni come fa la Uefa. Honda è un giocatore in scadenza di contratto al 31 dicembre ed è legittimamente in grado di trattare con un altro club, che è il nostro. Io credo che possa arrivare a gennaio. Il CSKA giustamente ha chiesto una cifra molto alta per lasciarlo partire in estate. Credo che sia difficile arrivi ora a meno che qualche sponsor di Honda permetta l’operazione. Il suo stipendio e il suo cartellino sono troppo onerosi, se ci fossero interventi esterni si potrebbe fare”.
“Un ritorno di Ibrahimovic in Italia? Penso che sia impossibilissimo, lui ha uno stipendio incompatibile con il nostro calcio. È successo che nel calcio ad un certo punto sono entrati i proprietari delle materie prime, che dispongono di cifre che gli europei occidentali non hanno, certi giocatori ormai sono arrivati a guadagnare stipendi che solo gli sceicchi potrebbero permettersi”.
“Io già prima del Milan ero un grande appassionato di calcio, ogni fine settimana andavo a vedere il Monza, anche quando si giocava in trasferta a Catania. La politica? Si, è vero, sono stato nella Democrazia Cristiana di Monza, quando a Monza negli anni settanta eravamo tutti democristiani, ma a parte quella breve esperienza non mi sono mai interessato di politica. I tifosi del Milan vanno dall’estrema destra all’estrema sinistra, quindi per farsi amare, o almeno non farsi odiare, non bisogna interessarsi di politica”.
“Cosa ho pensato dell’entrata in politica di Berlusconi? Ma, io non voglio fare l’eroe, dire che ho contribuito o meno alla sua decisione, anche se in quel momento ero d’accordo. Non ho mai avuto paura che si disinteressasse del Milan perché per lui il Milan è una passione, ricordo quando negli anni ottana ci furono le due retrocessioni e Berlusconi veniva a vedere il Milan in Serie B a Monza. Poi tutti i grandi dirigenti del gruppo, casualmente, sono milanisti, dal fratello a Fedele Confalonieri“.
“Cosa accadrà nelle trattative tra Tohir e Moratti? Non so, io so quello che leggo sui giornali come tutti i lettori. So che Moratti ha fatto tantissimo per l’Inter, ha vinto e sofferto. I tifosi dell’Inter devono ringraziare Moratti come quelli del Milan devono ringraziare Berlusconi. Milano è una città calcisticamente evoluta, la più evoluta d’Europa, abbiamo 36 scudetti e più Champions League di qualsiasi città europea. Quelle dei Moratti e dei Berlusconi sono due grandi famiglie milanesi, a chi è di Milano ricordo la mostra su Herrera e Rocco, comunque se Massimo deciderà di vendere è possibilissimo”.
“Nascondersi non serve, oggi tutti sanno tutto e hai sempre qualcuno che ti dice cosa fa, è tutto open space; qualche volta si riesce a tenere qualche notizia però è difficile, anche perché gli interessi divergono; come minimo quando fai un trattativa lo sa la tua società, l’altra società ed il giocatore con il suo entourage, c’è sempre chi ha l’interesse che esca la notizia ed è inutile chiedersi chi è a farla uscire in questo ménage a trois, che poi è a quatre a cinq a six, perché ogni volta c’era un giocatore con il suo procuratore, oggi in ogni operazione si inseriscono altre persone, troppa gente che sa, poi ci sono i turpi baratti, tu mi dai notizie e io ti do visibilità di cui tutti i giornalisti sono responsabili”.
“Abbiamo riscattato Zapata, che considero molto forte, abbiamo preso una mezzapunta italiana forte che si chiama Saponara, abbiamo preso un nazionale colombiano under 20 che si chiama Vergara, abbiamo preso un centrale secondo me molto bravo che è Poli e poi abbiamo un ragazzo come Cristante in cui crediamo molto, noi pensiamo di avere una buona squadra”.
“Non c’è un prototipo del calciatore medio, ci sono 26 teste diverse che ragionano diversamente, che arrivano da situazioni diverse ed è molto importante la famiglia di provenienza, la storia passata, il grado di scolarizzazione, ci sono tante cose che contribuiscono a formare la personalità. Quello che cerco di fare è scavare dentro ciascheduno per trovare cosa c’è, ricordo la scenata di gelosia di un grandissimo campione, di cui non faccio il nome, che soffriva perché durante i mondiali chiamavo più un suo compagno che lui, non l’avrei mai immaginato”.
