Balotelli a Sports Illustrated: “In campo mi sento libero. E’ una bella sensazione”

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Nell’intervista a Sports Illustrated, Supermario torna sugli episodi che lo hanno fatto apparire come un bad boy: Sì, è vero che ho guidato la mia Ferrari F12 Berlinetta su una pista da go-kart. La pista da go-kart è la mia pista da go-kart, sono andato con la mia auto. Nessun problema. Non ho mai dato 2500 dollari ad un senzatetto e non sono mai andato in una scuola per scontrarmi con il bullo che aveva fatto piangere un mio tifoso. L’incendio nella mia casa di Manchester? C’è stato, ma non ero io. Sono stato sfortunato. Non è che la casa fosse avvolta dalle fiamme, solo il bagno, perché un fuoco artificiale è andato nella direzione sbagliata. Ha preso le tende, le tende si sono incendiate ed il fumo si è sparso per la casa. Ma non eravamo dentro. Eravamo fuori con i fuochi artificiali. E quella volta stavo giocando a freccette, ma non le ho mai lanciate addosso a nessuno. La Bentley mimetica? Non ce l’ho più, l’ho data ad Emanuelson. Ma adesso è bianca.

Capitolo famiglia: I miei genitori naturali? Qualche volta li sento, è qualcosa di cui non parlo mai. Brescia è la mia casa, dove vivrò quando smetterò di giocare a calcio. Quando sono a Brescia sono rilassato. Da bambino non ho vissuto episodi di razzismo nel vicinato, ma appena uscivi qualche persona stupida diceva cose stupide. Forse pensavano che prendere in giro qualcuno di fronte ad altre persone li rendeva più forti o cose del genere. Ora penso che si tratti più che altro di ignoranza, ma è comunque una brutta cosa. In campo mi sentivo libero, come se potessi fare quello che volevo. Anche quando ero più giovane e stavamo perdendo, dentro di me sentivo di poter cambiare la partita. Ed era una bella sensazione. Le stesse emozioni che ho ora”

Infine il suo “segreto” da rigorista perfetto: A dodici anni mia madre mi ha comprato un dvd su Maradona, da allora ho cominciato a tirare i rigori come lui. Devi essere calmo e aspettare che il portiere si muova. Se il portiere resta fermo, non ha tempo di arrivare ad uno degli angoli. Se si muove, lo vedo prima. È praticamente impossibile per lui. Le uniche maniere in cui posso sbagliare un rigore sono non concentrarmi o tirare fuori dalla porta.”

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