Nell’intervista alla Gazzetta dello Sport, Balotelli ha detto la sua anche sulla corsa scudetto: “È presto per dare dei verdetti. Prendiamo il caso del Napoli: ha grandi giocatori come Higuain, Hamsik, Zuniga e gli altri, ma come gioco di squadra non mi ha fatto una grande impressione nello scontro diretto. Tévez? Carlitos è un grande giocatore. Con lui mi trovavo bene al City. L’ho chiamato tante volte per venire da noi al Milan, ma poi ha scelto i bianconeri. Peccato.
“Mancini? Io devo essergli solo grato. Mi ha dato fiducia all’Inter e poi al City, ma non sono certo andato via per colpa sua. La verità è che li c’erano cinque attaccanti fortissimi e io ero costretto a giocare a sinistra. L’ultimo anno io ho continuato ad allenarmi seriamente, ma sono accadute troppe cose intorno a me. Beh, sono scappato dalla Premier perché i giornali mi martellavano. E ora non è che le cose vadano molto meglio. Ma sì, sono contento d’essere tornato al Milan, il club per il quale ho sempre tifato da bambino“.
“La Nazionale è il mio orgoglio. Vestire quella maglia è il sogno di tutti e io mi sento realizzato da questo. Prandelli? Devo molto anche a lui. Ha creduto in me nei miei momenti più difficili e per me è un punto di riferimento importante. Io punito? Se c’è il codice etico… Ritorno in azzurro di Rossi? Innanzitutto gli faccio i complimenti per questo suo bell’avvio di stagione: Peppe è fortissimo.. Purtroppo in Nazionale per tante circostanze non abbiamo quasi mai giocato insieme, ma spero prima o poi arrivi l’ora giusta in azzurro. Spero solo che perda contro il Milan“.
“Come vivo questi momenti? Parlando meno possibile di calcio. Anche quando torno a casa e mia madre mi tira fuori certi discorsi le rispondo che non deve stressarmi. Ma ho la fortuna di avere dei genitori stupendi. E, poi, come si dice? Dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. Bene, ora con la mia compagna sono sereno. Se sono viziato? Chi lo pensa evidentemente non m’ha conosciuto quand’ero più piccolo. Mi sono calmato molto. Ed ora mi sento molto più uomo, non sono certo quello di quattro anni fa all’Inter. So che devo darmi da fare per puntare ai difficili traguardi che ho in testa. Pallone d’Oro? Quelli che ho in testa sono tutti obiettivi difficili. Nessuno escluso evidentemente”.

