Barcelona-Milan, la partita ai raggi X

“Aaahh se avessimo avuto un vero attaccante” è la frase che ogni milanista ha esclamato o pensato per ore, o forse per giorni, dopo il 4-0 subito lo scorso marzo a Barcellona che aveva vanificato la grande partita dell’andata. Allegri per primo si rammaricò di non aver avuto a disposizione una prima punta, costretto a caricare il peso di tutto l’attacco rossonero sulle spalle non ancora abbastanza forti di Niang; Niang che sembrava un pesce fuor d’acqua, Niang che se c’era Balotelli quel palo sarebbe stato gol. Ieri invece Balotelli c’era, e c’era anche Matri, ma l’attacco del Milan era di nuovo scoperto al Camp Nou.

Il Bercelona è una squadra che in casa schiaccia gli avversari nella propria area di rigore; un attaccante che possa allungare i blaugrana favorendo le ripartenze della propria squadra e permettere alla difesa di respirare è fondamentale, ma il Milan ieri sera questo attaccante ha preferito tenerlo in panchina.

Allegri si è presentato al Camp Nou con 4-4-1-1 che prevedeva l’azione di Kakà dietro all’unica punta Robinho. Ma nel primo tempo troppo spesso questo modulo si è trasformato in un 5-5-0, con De Jong che scalava tra i due centrali e Kakà che quando retrocedeva a centrocampo per aver più palloni giocabili, guardava davanti a sè e vedeva solo maglie blaugrana, con Robinho che per indole si allargava troppo o addirittura retrocedeva sulla stessa linea di Kakà. Il risultato è stato una difesa strenua e nessuna ripartenza pericolosa, con il Barcelona che non appena perdeva il pallone era già messo bene per recuperarlo con un pressing altissimo, non dovendo rientrare in quanto nessuno del Milan impensieriva i suoi difensori.

Allegri si è accorto all’intervallo della scelta sbagliata, ha inserito Balotelli, e si è visto un altro Milan. Certamente la superiorità degli avversari ha continuato ad essere netta, ma nel secondo tempo il Milan quando ha provato a ripartire si è reso pericoloso e con Kakà ha anche sfiorato il pareggio. la presenza di un attaccante sul quale appoggiarsi ha costretto il Barcellona ad allungarsi e così facendo ha creato comunque tanto, ma ha concesso più spazi al Milan che però ha commesso qualche imprecisione di troppo nel ripartire; poi sul finire della gara la stanchezza di chi ha difeso con i denti nella propria tre/quarti di campo si è fatta sentire e i catalani hanno avuto tante occasioni, trovando la splendida rete del 3-1- che ha chiuso la gara.

Il Milan di Barcelona è stato la negazione delle basi sulle quali questa squadra è stata costruita per questa stagione; perchè se è vero che “la miglior difesa è l’attacco” (cit.) ed è anche vero che “abbiam preso Matri perchè rischiavamo di rimanere scoperti in attacco in certe cirostanze” (cit.), allora non può essere vero il Milan “spuntato” che ha consegnato la partita al Barcelona, se mai ce ne fosse stato bisogno.

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