Adriano Galliani si è dimesso da amministratore delegato del Milan. O meglio: si dimetterà fra 10 giorni, dopo Milan-Ajax di Champions League. Termina così, dopo 27 anni, la carriera in rossonero del dirigente monzese, già imprenditore nel campo dell’elettronica, amico da sempre di Silvio Berlusconi. Fosse stato per l’ex premier, Galliani sarebbe rimasto al suo posto ancora a lungo. Ma le gravissime tensioni con Barbara Berlusconi hanno reso impossibile la continuazione del rapporto.
In 27 anni di Milan, Galliani ha vinto gli stessi trofei del proprietario, e cioè: 8 scudetti, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per club, 5 Supercoppe d’Europa, 6 Supercoppa d’Italia, 1 Coppa Italia. In tutto 28 trofei.
Con Galliani sono arrivati al Milan campioni, o ottimi giocatori, del calibro di: Gullit, Van Basten, Rijkaard, Savicevic, Boban, Papin, Weah, Baggio, Desailly, Inzaghi, Kakà, Nesta, Pirlo, Seedorf, Gattuso, Shevchenko, Thiago Silva, El Shaarawy, Ibrahimovic.
Tanti i campioni, veri o presunti, pagati parecchio (cartellino o stipendio) che hanno reso pochissimo. Basti pensare a: Ba, Redondo, Rivaldo, Lehman, Taibi, Davids, Gourcouff, Ziege, Helveg, Jankulovsky, Amantino Mancini, Cruz, Ayala, Kluivert, Ronaldo e lo stesso Robinho.
E poi i cosiddetti bidoni. Giocatori senza qualità acquistati per chissà quale ragione: Reizger, Cesar, Bogarde, Roque Junior, Blonqvist, Adiyah, Smoje, Vukotic, Zizi Roberts, Beloufa, Taiwo, Olivera, Grimi, Cardacio, Viudez, Didac Vilà, Traorè, Andreas Anderson. Molti di questi nemmeno i tifosi li ricordano più.
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