Milan-Ajax, la partita ai raggi X

L’esultanza roboante di San Siro al triplice fischio dell’arbitro Webb rende giustizia a un Milan che ha sofferto fino all’ultimo secondo, ma lo ha fatto in una partita, e in un girone, dove non sarebbe dovuto accadere, non se sei il Milan. E’ un’esultanza rabbiosa, è più tensione scaricata che gioia, è un sollievo e non una goduria, e questo non ce lo si aspetta dal Milan, non contro avversari decisamente alla portata.

Nel match decisivo per la qualificazione il Milan approccia la partita in modo decisamente sbagliato, è poco aggressivo e lascia subito il controllo del gioco agli avversari che gestiscono la palla dal primo all’ultimo minuto di partita. Allegri ripropone un modulo ad albero di Natale che si maschera in alcune circostanze da 4-3-3, ma qualcosa non funziona, questa volta anche dal centrocampo in su. Kakà ed El Shaarawy occupano raramente lo spazio tra loro e i centrocampisti, rimangono spesso troppo alti e la manovra rossonera ne risente enormemente. L’Ajax in compenso gestisce bene il pallone rendendosi pericolosa fin dai primissimi minuti colpendo un palo con Poulsen e chiamando Abbiati ad un grande intervento su Klaassen.

L’espulsione di Montolivo complica ancora di più le cose. Con l’ingresso di Poli per El Shaarawy il Milan si copre di più ma, con un Kakà che non riesce a fare da raccordo tra centrocampo e attacco, e i centrocampisti che restano troppo schiacciati e non accorciano, ne risulta che Balotelli si ritrova a lottare da solo contro tutta la difesa olandese; e lo fa bene, e lo fa come mai aveva fatto vedere in maglia rossonera.

Se il Milan aveva concesso le redini del gioco agli avversari in 11 contro 11, le cose non migliorano di certo quando resta in inferiorità numerica. La partita diventa un assedio che termina oltre il 95esimo minuto, con i rossoneri che faticano ad uscire dalla propria tre/quarti di campo e vengono salvati da un altro grande intervento di Abbiati e da qualche imprecisione di troppo degli olandesi. La presenza di Bonera risulta importante per tenere la squadra piuttosto compatta davanti alla propria area di rigore e questo consente perlomeno di non dare troppi spazi ai giocatori dell’Ajax che spesso trovano la strada sbarrata.

 Restano però i numeri di una partita che raccontano – a dispetto dello 0-0 finale – il dominio di una squadra sull’altra: 24 tiri a 3 per l’Ajax, che centra la porta 12 volte a 2; Circa il 64% di possesso palla per gli olandesi che inoltre battono 5 calci d’angolo a 0. A questi dati vanno sommati quelli della partita di andata, dove dopo un’ora di gioco il Milan aveva il 27% di possesso palla, zero tiri verso la porta dell’Ajax e ottenne il pareggio al 94esimo grazie ad un regalo dell’arbitro.

Il risultato è fin troppo chiaro: ha passato il turno chi meritava di meno. E non si parli di espulsioni che condizionano una partita quando questa era già stata impostata consegnando il gioco agli avversari e facendo le barricate;  e soprattutto non si parli di Milan che in Champions si trasforma e di DNA europeo, perchè il Milan visto ieri o ad Amsterdam è lo stesso che galleggia a metà classifica in serie A, ha avuto soltanto più fortuna. Vietato illudersi, è il solito Milan.

©RIPRODUZIONE RISERVATA. E’ consentita esclusivamente citando la fonte, Canale Milan o www.canalemilan.it

Recommend0 recommendationsPublished in Milan News