Primo flop per Seedorf

26 Gen 2014 15:00
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MILAN-UDINESE, IL MIGLIORE IN CAMPO

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Il Milan perde a San Siro contro l’Udinese e dice addio alla Coppa Italia e, forse, a un posto in Europa nella prossima stagione; primo tempo decente, secondo tempo orribile e ancora una volta rossoneri rimontati dopo il vantaggio iniziale.

23.01.2014 01:06 di Davide Bin

© foto di MASCOLO/PHOTOVIEWS

Bisogna che tutto cambi perchè tutto resti uguale! Recita così la celeberrima frase de “Il Gattopardo” e la dirigenza del Milan l’ha interpretata alla lettera, perchè ha pensato che dopo l’umiliante sconfitta di Reggio Emilia contro il Sassuolo fosse necessario un cambiamento, visto che non era più concepibile che i tifosi del Milan assistessero a spettacoli del genere, ma dieci giorni dopo, con un nuovo allenatore, un nuovo gioco, una nuova mentalità, ci ritroviamo a commentare l’ennesima delusione stagionale, giunta al termine di una partita giocata in modo orribile, soprattutto nella ripresa, quindi non c’è stato alcun cambiamento. Forse qualcuno ora avrà capito che non era poi tutta colpa del solo Allegri e che le bacchette magiche stile fata turchina non esistono nel calcio, ma solo nella favole: un allenatore alle prime armi non può trasformare una squadra mediocre e piena di lacune in un’invincibile armata, men che meno in una settimana e forse sarebbe davvero il caso di rassegnarsi all’evidenza che questa rosa così come è stata assemblata non va bene e si deve intervenire sul mercato al più presto per migliorarla, se non si vuole che Seedorf faccia prima o poi la fine di Allegri. In effetti qualche cambiamento rispetto alla precedente gestione si è visto: prima capitava molto spesso che il Milan partisse male e poi migliorasse nel finale di partita, magari con affannose e miracolose rimonte; ora, invece, parte bene (è avvenuto sia contro il Verona che contro l’Udinese) e piano piano si spegne o addirittura sparisce dal campo. Inoltre prima molti giocatori passeggiavano in campo, ora sono addirittura immobili e paralizzati, quindi qualche cambiamento c’è davvero stato! Ovviamente in queste dichiarazioni ironiche prevale la delusione per l’ennesima brutta figura ed è chiaro che quando ci si illude che la svolta sia finalmente arrivata la delusione è ancora più forte e bruciante. La tanto agognata scossa è durata una ventina di minuti della partita contro il Verona, poi evidentemente è finita la corrente e ora il rischio è che qualcuno stacchi la spina a questo moribondo Milan che continua a precipitare verso il basso in una stagione che potrebbe non avere già più obiettivi, se non quello di proseguire nel modo più dignitoso possibile. E’ bastata un’Udinese meno che normale per battere il Milan e buttarlo fuori dalla Coppa Italia e se questo è il modo di dimostrare che si teneva tanto a questo trofeo e che era il vero obiettivo stagionale, chissà cosa sarebbe successo se la Coppa Italia fosse stata snobbata…

Seedorf deve cambiare in extremis la formazione pensata alla vigilia causa febbre che mette fuosi causa all’ultimo momento Cristante, Poli e Zaccardo; le intenzioni del tecnico olandese erano di schierare Cristante in coppia con De Jong, invece a centrocampo c’è Nocerino, mentre in difesa Rami fa coppia con Zapata al centro e sulle fasce ci sono De Sciglio ed Emanuelson; tutto confermato davanti, con Birsa, Kakà e Robinho dietro a Balotelli. Come sempre nelle partite di Coppa Italia, San Siro è deserto: non più di 10000 spettatori sugli spalti e un manipolo di tifosi friulani al primo anello verde; nulla a che vedere con l’invasione di tifosi spezzini della scorsa settimana. La Curva Sud è ancora spoglia e priva di colore, ma il tifo non manca, anche se inizia a partita già in corso, come domenica scorsa.

Inizio di partita confortante per il popolo rossonero, visto che dopo soli sette minuti scarsi arriva il gol che sembra spianare la strada verso una facile qualificazione: bella azione in velocità rifinita da Birsa, che serve a Balotelli l’assist per il facile tap-in, favorito anche da una finta di Robinho. Il secondo Milan di Seedorf sembra anche più pericoloso del primo, illude tutti che possa fare un sol boccone dell’Udinese, stordendola con il bel gioco e con azioni una dietro l’altra, invece l’ardore rossonero si spegne presto e la squadra di Seedorf si limita a controllare il gioco senza spingere troppo sull’acceleratore. Errore pagato a caro prezzo, perchè l’Udinese resta in partita nel momento più difficile, poi approfitta dell’atteggiamento dei rossoneri per uscire dal guscio e colpisce al momento opportuno, prima creando qualche occasione potenzialmente pericolosa e poi pareggiando nel finale di tempo grazie a un rigore causato da Emanuelson e trasformato da Muriel, con il pallone che si insacca nonostante Abbiati abbia intuito e quasi intercettato il tiro. Il Milan è stordito e Emanuelsono rischia di causare un altro rigore prima della fine di un tempo iniziato bene ma finito in evidente affanno.

Ci si aspetta un Milan più convinto e convincente nella ripresa e il ritardo nell’entrata in campo rispetto ai giocatori dell’Udinese lascia intendere che Seedorf abbia catechizzato a dovere i suoi giocatori. Evidentemente non è così o, almeno, i giocatori hanno capito ben poco di ciò che è stato detto loro, perchè la squadra del secondo tempo è irriconoscibile ma in peggio: errori banali in quantià industriale, gioco zero, giocatori svagati o impauriti o immobili, possesso palla sterile, azioni con circolazione di palla lentissima e, quindi, totalmente innocue per la difesa bianconera. Viene da chiedersi dove sia finito il bel Milan dei primi minuti e oltretutto si inizia anche a soffrire, perchè ogni ripartenza dell’Udinese crea lo scompiglio in una difesa poco protetta da un centrocampo in eterna inferiorità numerica (rischi del 4-2-fantasia), mentre il Milan non riesce a imbastire nemmeno un’azione pericolosa degna di questo nome e tutto ciò è assurdo se si pensa che sono in campo ben quattro giocatori offensivi che fanno solo il solletico alla difesa avversaria. Ci si aspetta qualche mossa di Seedorf, che è stato costretto a sostituire nel finale di primo tempo Zapata con Mexes, ma ha ancora due cambi a disposizione e dovrebbe sfruttarli, visto che la qualità del gioco peggiora a vista d’occhio. Arrivano anche i primi fischi dagli spalti, perchè la prestazione è davvero scadente, soprattutto se si considera che davanti a sè il Milan ha un avversario reduce da tre sconfitte consecutive in campionato e che alla vigilia era considerato in crisi. La squadra di Guidolin crea occasioni e brividi per i tifosi rossoneri e dopo aver sfiorato il gol del vantaggio lo trova con Nico Lopez appena entrato in campo; emblematico delle difficoltà rossonere il fatto che il giocatore dell’Udinese possa percorrere indisturbato tutta la metà campo del Milan prima di trafiggere Abbiati. Ora è davvero durissima per un Milan spento, che nemmeno gli ingressi di Honda e Abate per Nocerino ed Emanuelson riescono a rivitalizzare: basti pensare che in tutta la ripresa l’unico vero tiro in porta dei rossoneri è stato una violenta punizione di Balotelli respinta da Brkic, poi il nulla quasi assoluto anche e soprattutto dopo lo svantaggio. L’Udinese si conferma “ammazzamilanesi” e dopo l’Inter elimina anche il Milan, che delude profondamente i suoi tifosi che alla fine fischiano tutta la loro rabbia, perchè si erano illusi di poter vedere finalmente un Milan diverso e, invece, la rivoluzione Seedorf deve ancora iniziare. Non sarebbe giusto dare tutte le colpe a un allenatore arrivato solo da una settimana, ma ciò che colpisce è la mancanza di grinta e determinazione, che mette in secondo piano anche i progressi sul piano del gioco che si sono visti nei primi minuti; sinceramente manca un po’ di grinta anche all’allenatore, troppo spesso impalato in piedi a lato della panchina e incapace di trasmettere la giusta carica ai suoi giocatori, visto che raramente si avvicina ai margini dell’area tecnica, se non per qualche consiglio durante le pause del gioco. C’è tanto da lavorare per Seedorf e forse questo l’olandese se lo aspettava, ma ora c’è il rischio di un altro contraccolpo psicologico, perchè un obiettivo, forse l’ultimo rimasto, se n’è andato in malo modo e ora bisogna ripartire da capo e cercare di rimotivare un gruppo in disarmo e anche Clarence deve essere bravo a gestire il primo momento difficile da allenatore, che magari sperava arrivasse un po’ più in là nel tempo e non subito. E’ il primo flop per Seedorf, arriva già alla seconda partita ed è anche pesante, perchè significa fallire un traguardo che poteva essere abbordabile e che costituiva la via più agevole verso l’Europa della prossima stagione; sono passati dieci giorni dall’esonero di Allegri e tutto è cambiato perchè nulla cambiasse, visto che il Milan continua a collezionare brutte figure e delusioni!

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