Il Milan rimonta a metà e frena ancora

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I rossoneri si fanno imporre il pareggio a San Siro dal Torino: dopo lo svantaggio iniziale e nonostante i tanti giocatori offensivi schierati da Seedorf, ci vuole un gol di un difensore (Rami) per evitare la sconfitta.

02.02.2014 01:55 di Davide Bin

© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Il Milan di Seedorf non riesce a decollare verso la zona Europa; è questo l’amaro verdetto giunto al termine di una partita che da parte rossonera si potrebbe definire del “vorrei ma non posso”: ancora una volta l’allenatore olandese ha schierato tanti giocatori offensivi, ha provato a giocare la partita in modo offensivo e spregiudicato, ma in fin dei conti deve ringraziare un difensore se ha evitato la prima sconfitta in campionato della sua gestione, perchè solo Rami è riuscito a superare Padelli e viene da chiedersi se serva davvero ammassare attaccanti davanti alla difesa avversaria o se forse non sia meglio giocare in modo più equilibrato, perchè anche contro il Torino i rossoneri hanno sofferto molto le ripartenze degli avversari, pur stazionando per gran parte dell’incontro nella metà campo avversaria. Il pareggio è sostanzialmente giusto, perchè è vero che il Milan ha attaccato di più e, soprattutto nella ripresa, ha messo sotto il Toro, chiudendolo nella sua metà campo, ma le occasioni non sono state numerosissime e i granata sono riusciti comunque a sfiorare il raddoppio dopo essersi portati in vantaggio e anche nel finale hanno messo paura con qualche sortita offensiva. Il Milan cercava la terza vittoria consecutiva, che manca da nove mesi e l’attesa si prolungherà, perchè contro il Torino ha conquistato un solo punto, che alimenta poco una classifica ancora negativa e non consente di avvicinarsi ulteriormente alla zona Europa League. Seedorf era e rimane consapevole del fatto che c’è molto lavoro da fare e che forse con questa rosa non riuscirà a mettere in pratica il bel gioco che ha in mente, ma è chiaro che questa frenatina smorza l’entusiasmo derivante dalle due vittorie consecutive e rinvia ancora una volta quella svolta tanto attesa e mai arrivata.

L’unica sorpresa rispetto alla formazione ipotizzata alla vigilia è la presenza di Muntari nella coppia di centrocampo al posto di De Jong; per il resto tutto confermato, con Pazzini centravanti perchè Balotelli è squalificato, il solito terzetto di trequartisti e De Sciglio a destra perchè quello è il suo ruolo e Seedorf vuole schierare i giocatori laddove possono rendere di più, concetto semplice ma molto corretto. L’altra sorpresa della serata è la Curva Sud finalmente di nuovo “colorata”: ci sono gli striscioni in transenna e le bandiere, anche se manca lo striscione ESTREMI RIMEDI e tutte la bandiere con il simbolo della curva, ovvero il volto coperto, che non ha ricevuto l’autorizzazione in quanto si ritiene che istighi alla violenza. Potendo finalmente esporre striscioni, la curva ne approfitta per dare il benvenuto, anzi il bentornato “scritto” (quello “orale”, cioè il coro, c’era già stato in occasione di Milan-Verona) a Seedorf nella nuova veste di allenatore e poi sostiene la squadra a gran voce, anche perchè i tifosi ospiti sono tanti e “rumorosi” e bisogna provare in tutti i modi a sovrastarli per far sentire davvero il Diavolo a casa sua.

Il Milan parte alla carica cercando di mettere subito in pratica i dettami di Seedorf, ovvero pressing alto, possesso palla e gioco offensivo; l’avvio è confortante perchè dopo soli due minuti Pazzini sfiora il gol con un tocco morbido e velenoso che Padelli deve alzare sopra la traversa; peccato, però, che l’illusione si trasformi presto in delusione, perchè come sempre la difesa rossonera va in affanno se attaccata in velocità e, così, basta un lancio di Moretti per Immobile per farla crollare come un castello di carte: Emanuelson tiene in gioco l’attaccante granata, Bonera alza il braccio “alla Baresi” per chiedere un fuorigioco che non c’è e perde quell’attimo che consente a Immobile di scappare via, poi si fa scartare come un birillo e il gol è servito. Milan colpito ma non affondato: la reazione c’è ed è ancora Pazzini a rendersi protagonista con una girata volante che fa gridare al gol, ma viene deviata in modo strepitoso da Padelli. Un altro contropiede granata, però, mette i brividi e Cerci serve su un piatto d’argento il pallone del K.O. a Farnerud che, però, sbaglia incredibilmente la mira di testa. Il Milan, graziato, si riporta in avanti e questa volta tocca a Kakà esaltare Padelli con un destro dal limite che il portiere neutralizza. I rossoneri spingono e attaccano con lodevole impegno, ma spesso sono confusionari e imprecisi e i meccanismi fra i trequartisti vanno ancora oliati, visto che a volte si pestano i piedi e provano giocate troppo complicate e poco efficaci nello stretto invece di allargare il gioco. Soprattutto, però, si ha la sensazione che la squadra sia troppo sbilanciata e spezzata in due (anche se quest’espressione non piace a Seedorf) e di questo ne soffre soprattutto la difesa che non viene adeguatamente protetta e siccome già di per sè non è esattamente imperforabile, sono tanti i brividi che percorrono la schiena dei tifosi rossoneri e non certo per l’umidità e la pioggia battente.

Seedorf, sempre tranquillo e imperturbabile in panchina, evidentemente catechizza a dovere i suoi negli spogliatoi, perchè il Milan torna in campo caricato e grintoso e trova subito il gol del pareggio: il merito è tutto di Rami, che conquista un pallone con un bell’anticipo a ridosso della metà campo, avanza, scambia con Muntari e dal limite dell’area lascia partire una legnata che, deviata da Glik, non lascia scampo a Padelli. Primo gol “italiano” per il difensore francese, che fa esplodere il boato di San Siro e si esalta, rendendosi protagonista anche di ottimi interventi difensivi che strappano applausi. Il Milan prova a insistere sulle ali dell’entusiasmo e trova anche il gol del sorpasso, ma Robinho, servito da un bell’assist di Kakà, è in fuorigioco e la bandierina alzata del guardalinee smorza sul nascere il secondo boato del popolo rossonero. Il Milan continua ad attaccare, il Torino è intimorito, si chiude in difesa e non riesce più a ripartire; tutto ciò sembra lasciar presagire che i rossoneri possano matare il Toro e conquistare i tre punti, ma improvvisamente affiora la stanchezza, la squadra si allunga e perde le distanze e si vedono molti errori, anche banali, nei passaggi. Seedorf corre ai ripari con i cambi, che permettono di inserire forze fresche ma non modificano l’assetto tattico: entrano De Jong e Saponara al posto di Muntari e Robinho (fischiato dal pubblico) e solo negli ultimi minuti il mister inserisce una seconda punta (Petagna), togliendo Honda, spento e poco reattivo. De Jong prova il tiro in porta, debole e centrale, mentre ben più pericolosa è la punizione di Montolivo destinata al sette, ma ancora una volta Padelli è attento e insuperabile. Nel finale il Milan ci prova ancora con generosità, ma anche il Torino riesce a uscire dalla sua metà campo e crea qualche potenziale pericolo. Alla fine è pareggio, che lascia l’amaro in bocca al popolo rossonero, perchè è un’occasione preziosa sprecata per tentare di avvicinare una rivale che, invece, rimane avanti di quattro punti; si trattava, infatti, di uno scontro diretto per la zona Europa League, oltretutto molto affollata; serviva un’accelerata, invece è arrivata l’ennesima frenata di una stagione tribolata; questa volta la rimonta è riuscita solo a metà e Seedorf avrà capito che ci sono molti problemi da risolvere in questo Milan che non riesce proprio a fare il salto di qualità.  

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