di Fabio Galullo
L’umiltà è l’anticamera di tutte le perfezioni e senza di essa tutte le virtù sono vizi. In un periodo in cui la perfezione non sembra essere il tratto distintivo in casa Milan, l’ambiente rossonero può finalmente rallegrarsi ed esultare per l’impresa di Inzaghi e dei suoi ragazzi nel Torneo di Viareggio. Proprio quel Superpippo che aveva conquistato una caterva di coppe da giocatore, finalmente riesce a mettere le mani sul suo primo trofeo da allenatore. O forse no. Perché in molti sembrano aver rimosso la conquista della Scopigno Cup, al suo primo anno da allenatore sulla panchina degli Allievi Nazionali.
Al termine del vittorioso match contro l’Anderlecht, un giornalista raggiunge il festante Pippo, intento ad abbracciare i suoi ragazzi. “Dopo le tante vittorie da calciatore, arriva la prima gioia da allenatore…Che effetto le fa?”. Inzaghi abbassa lo sguardo per un attimo, forse ripensando alla cavalcata dei suoi Allievi culminata nella scoppiettante finale vinta per 3 a 2 contro lo Zenit. Poi, decide di godersi il suo momento, commentando il trionfo del giorno e lasciando il giornalista di turno nella sua beata ignoranza.
Pippo Inzaghi è questo. Pippo Inzaghi non ha bisogno di festoni e coriandoli sberluccicanti. Pippo Inzaghi vince anche quando gli altri non lo sanno. Pippo Inzaghi continua a fare la storia anche per quelli che la storia non la studiano. Pippo Inzaghi si gode le sue imprese, non sta a guardare il Capello.
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