Dallera sul Milan: "Contestare Galliani è un non senso. Seedorf scenda dal piedistallo"

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16.03.2014 13:20 di Salvatore Trovato

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dalle pagine del Corriere della Sera, il giornalista Daniele Dallera ha parlato del momento del Milan, alla luce di una contestazione che, secondo il suo parere, sarebbe controproducente: “È il momento di essere arrabbiati, delusi, ma non di contestare squadra e società – scrive Dallera –, inutile espressione di forza, per nulla costruttiva. Lo capiscano gli ultrà del Milan. Prendersela per esempio con Adriano Galliani è un non senso, un dirigente da ringraziare, per il lavoro svolto e anche per quello che non gli è stato consentito di fare. Se fosse stato per lui, al Milan sarebbe arrivato Tevez, Pato sarebbe stato ceduto prima con un beneficio finanziario maggiore per la società. Non sarebbe nemmeno arrivato Seedorf che Galliani non ama. È inaccettabile dimenticare vittorie imprese scudetti coppe gioie campioni, storia rossonera scritta anche da Galliani a cui, ovviamente, come a ogni «scrittore» sono capitate pagine non riuscite. Ma i suoi libri pieni di vittorie sono da conservare in biblioteca, non certo da stracciare. Galliani non deve neppure sbagliare il prossimo capitolo, il più duro, il più faticoso da scrivere, il titolo è «Il passo indietro». Un uomo avveduto come lui, prima di tutti noi, ha capito che forze nuove si sono affacciate al Milan avendo nei cromosomi tutti i diritti di questo mondo per chiedere il giusto spazio. Barbara Berlusconi ha idee diverse, è fin troppo chiaro, le si dia la possibilità di prendere in mano il Milan e di guidarlo. Il duopolio creato, questa convivenza dirigenziale confusa e pasticciona Galliani&Barbara Berlusconi non ha ragione di esistere e di resistere, la può sciogliere con un gesto elegante (ovviamente ben ricompensato) solo Galliani. P.S. Si dia tempo a Seedorf, sicuramente non è il primo colpevole della povera situazione attuale, ma scenda dal piedistallo perché se da campione ci poteva stare e dare lezioni, da allenatore per adesso non può salire in cattedra. Farà grandi cose. La prima? Ascoltare e imparare”.

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