Negli anni del suo exploit al Palermo era piuttosto infiammato il dibattito sulla possibilità di convocarlo in azzurro. Fatto sta che la convocazione in Nazionale coincise con l’inizio della parabola discendente per Amauri. Attaccante che, poi transitato tra Torino e Firenze, non ebbe le stesse fortune vissute in Sicilia, con una plateale involuzione, molte ombre e qualche fischio qui e là, interrotto da poche resurrezioni. Con una costante: far male al Milan, la squadra che per un momento sembrò intenzionata ad aquistarlo, ai tempi rosanero.

Come in occasione del gol che inflisse al Milan la sconfitta interna, nell’aprile del 2012, contro la Fiorentina, sconfitta che costò, dopo il pari di Bologna, lo scudetto numero 19 al Milan di Allegri. Nel mezzo, davvero poco altro: insomma, Amauri sembra svegliarsi e inventare performance ogni volte che vede rossonero.

Alla squadra dei carneadi redivivi che si risvegliano quando c’è da far male ai rossoneri si iscrive a pieno titolo Ezequiel Schelotto. E’ lui ad aprire la gara odierna, falciato da Abbiati al 5′, intervento costato rigore ed espulsione, e ad essere entrato nelle azioni di due degli altri tre gol del Parma. Così come fu lui, lo scorso anno, a segnare il suo unico gol di una trascurabile esperienza interista proprio nel derby, per un 1-1 che, per quello che si vide in campo, grida ancora vendetta.

Per tacere di Antonio Cassano & famiglia, e di una classe che, Mondiali o non Mondiali, tra tv e twitter, fuori dal campo continua a mancare. Segna al Milan e ogni volta è una festa e una professione di interismo, e memoria molto corta. Strano, ricordiamo la sua esultanza in occasione del 3-0, proprio contro l’Inter, nell’anno dello scudetto. Ma quella della coerenza dell’interista perfetto è una storia davvero troppo lunga per essere raccontata…

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Scritto da Ezio Azzollini il mar 16 2014 . Registrato sotto In evidenza, iphone focus, News, Serie A .