Da un 10 all’altro: otto anni fanno la differenza

Milan news

18.05.2012 08:00 di Matteo Calcagni   articolo letto 3152 volte

Si è spesso argomentato e discusso che, visti i problemi di Boateng ed il ventilato arretramento di Urby Emanuelson, il Milan dovrebbe considerare l’acquisto di un nuovo numero 10. Come un fulmine a ciel sereno, anche per via delle parole di stima pronunciate da Adriano Galliani, il nome di Marco Rigoni è stato celermente accostato al Milan. Il centrocampista di Montegrotto Terme ha vissuto una grandissima stagione a Novara, totalizzando la bellezza di 11 reti in 34 presenze. Il vero problema dell’ex bianconero, esploso tardivamente ad alti livelli, è proprio quella data impressa sulla carta d’identità: trentadue anni compiuti a gennaio, un’età decisamente poco consona alla nuova politica societaria rossonera, fatta di contratti e rinnovi annuali per giocatori over 30. Eppure, visto il recente impatto in Serie A, il Diavolo sembra essersi realmente interessato al trequartista veneto. Il procuratore D’Amico, ieri in sede per parlare principalmente di Maxi Lopez, avrà discusso quasi certamente anche dell’altro suo sopracitato assistito. Detto che ancora nulla è deciso e sottoscritto, è utile porsi un normale quesito. Se le esigue disponibilità monetarie impongono un mercato al risparmio, soprattutto in certi ruoli già coperti, perchè non puntare su ciò che offre la casa? A Modena, a ventiquattro anni appena compiuti, la stella di Davide Di Gennaro, oscurata da un biennio sfortunato, è finalmente tornata a brillare. Il centrocampista milanese ha trovato continuità e leadership, siglando 10 reti e conducendo i gialloblù alla matematica salvezza. Oltre ad essere più giovane di 8 anni rispetto al collega Rigoni, DiGe è di proprietà del Milan: il prestito in Emilia non è legato a nessun diritto di riscatto o comproprietà, spesso altamente pericolose sotto il profilo economico. I dodici anni trascorsi nel Settore Giovanile rossonero, inoltre, aiuterebbero nella composizione delle prossime liste Uefa, visto l’obbligo di inserire quattro giocatori provenienti dal proprio vivaio. Davide, già ritransitato al Milan durante la gestione Leonardo, meriterebbe una nuova chance nel club che lo ha cresciuto, visto il bagaglio tecnico poco comune che porta in dote. Il nome dell’ex Reggina non genererà certamente esplosioni di gioia tra i tifosi ma, in un’ottica low-cost, risulterebbe un innesto più logico rispetto a quello di un trentaduenne dal curriculum molto simile.

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