Il Top e il Flop della settimana: Muro Thiago, Pato isolato

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MILANO.

IL TOP: THIAGO SILVA. Il Milan espugna Bergamo perchè ha giocatori che sanno fare la differenza; scontato riferirsi a Ibrahimovic, ma i fuoriclasse sono anche in altri reparti, ad esempio in difesa, dove c’è un certo Thiago Silva che contro l’Atalanta è stato pressochè perfetto, un autentico muro di gomma che ha respinto qualunque pallone recapitato in area dai giocatori atalantini. Il povero Denis, capocannoniere del campionato, se lo sarà sognato di notte e avrà avuto gli incubi ripensando a quel “mostro” di bravura che non gli ha lasciato il minimo spazio e gli ha sottratto tutti i palloni giocabili (palo a parte). Davvero impressionante la capacità di Thiago di calamitare i palloni spioventi in area, con un senso della posizione fantastico che gli ha permesso respinte che sono sembrate semplicissime ma tali non erano, se non per un “marziano” come lui. Nel finale di partita, il frustrato Denis ha commesso un vistoso e plateale fallo a metà campo e Thiago Silva è andato a rincuorarlo, probabilmente dicendogli di stare tranquillo e su con il morale, perchè per altre 19 partite non gli capiterà più di averlo come avversario in marcatura e che, quindi, l’incubo si materializzerà di nuovo solo ai primi di maggio.

La difesa rossonera sta tornando solidissima, anche e soprattutto grazie al campione brasiliano, che rispetto alla scorsa stagione, in cui era stato già fenomenale, è addirittura migliorato nel rendimento; non a caso nelle ultime otto partite il Milan ha subito solo due gol, cioè quelli di Bologna, in una delle rarissime giornate storte di Thiago Silva, che al Dall’Ara ha commesso un paio di errori, che anche Allegri ha sottolineato come autentiche eccezioni alla ferrea regola che vede il difensore brasiliano sempre impeccabile e fra i migliori in campo. Sappiamo bene che quasi sempre la squadra che vince lo scudetto è quella che ha la miglior difesa e anche nella scorsa stagione ciò è avvenuto (grazie anche e soprattutto a Thiago Silva), quindi è importante avere in squadra un autentico fuoriclasse al centro della difesa, che va a comporre una coppia invalicabile sia con Nesta che, ora, con Mexes; Allegri sa che con un Thiago Silva così si può star tranquilli e confidare sul fatto che, mal che vada, le partite finiranno 0-0, perchè con un muro tale a proteggere la porta rossonera è davvero difficile per tutti trovare la via del gol, anche per il capocannoniere della serie A ed è più facile per il Milan ambire a riconfermarsi campione e provare a mantenere cucito sulle maglie quel triangolino tricolore conquistato a maggio.

IL FLOP: PATO. Si è procurato con furbizia e astuzia da attaccante di razza il rigore che ha sbloccato la difficile partita di Bergamo e ha colpito un palo ad inizio ripresa con un perentorio colpo di testa in anticipo sul difensore avversario; basterebbe questo a garantire la sufficienza a Pato, schierato titolare contro l’Atalanta da Allegri, che infatti si è dichiarato contento della prestazione del Papero ma, chissà perchè, lo ha sostituito con Robinho nel finale e proprio da quel momento il rendimento offensivo della squadra è migliorato, è arrivato il raddoppio e con esso molte altre occasioni per dilagare, perchè Robinho sarà anche sciagurato davanti alla porta ma garantisce più dinamismo e gioca per la squadra, cosa che a Pato riesce ancora difficile. Due lampi non bastano se per il resto il giovane brasiliano sembra un corpo estraneo alla squadra e spreca il suo immenso talento in inutili e prolungati dribbling fini a se stessi. Sappiamo benissimo che la situazione di Pato è un po’ particolare: non è un mistero che il Paris Saint Germain farebbe carte false per poter averlo in squadra già da questa sessione di mercato e che lo stesso Pato sarebbe contento di tornare fra le braccia di chi lo ha portato in Italia (Leonardo) e di chi è stato il suo primo allenatore al Milan (Ancelotti); la società rossonera ha detto che non se ne parla nemmeno, ma aggiungendo un “almeno fino a giugno” che non è certo il modo migliore per dichiarare di voler puntare a lungo su Pato.

C’è poi la questione della particolare relazione amorosa di Pato, ovvero il suo legame con Barbara Berlusconi, figlia del presidente rossonero e che fa parte della dirigenza rossonera; non è una situazione facile nè per il giocatore, nè per l’illustre fidanzata, nè per il tecnico Allegri, nè per i compagni di squadra di Pato e viene fin troppo facile pensare che un eventuale trasferimento del Papero a Parigi risolverebbe come d’incanto tutti i problemi. Non è certo con prestazioni come le ultime di Pato che si può sperare di convincere il Milan a puntare forte su di lui o autoconvincersi di essere nell’ambiente giusto per fare il definitivo salto di qualità, quindi non vorrei che avesse ragione il proverbio che dice…”tanto tuonò che piovve”, ovvero che tutte le voci (per ora smentite) di un trasferimento di Pato si rivelassero poi vere. Ma converrebbe al Milan privarsi del talento di un giocatore fra l’altro ancora giovanissimo? Continuo a pensare di no, ma sta di fatto che il Papero è sempre più un brutto anatroccolo, estraneo al gioco della squadra, poco propenso al dialogo con i compagni in campo e, forse, isolato anche fuori dal campo per colpa della sua “scomoda” relazione. Certo qualche gol importante e decisivo e prestazioni finalmente convincenti cambierebbero improvvisamente un orizzonte che per Pato ora sembra essere tutto nero, ma il ragazzo deve darsi una regolata e cominciare a meritarsi la fiducia di un ambiente che aspetta da tempo la sua definitiva esplosione.

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