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Non è la prima volta, forse non sarà l’ultima, ma questa è stata «speciale» (nell’accezione negativa dell’aggettivo): perché l’episodio di razzismo ai danni di Samuel Eto’o è accaduto non su un campo di calcio (o dintorni), ma in occasione e luogo che nulla hanno a che fare con il mondo dello sport, se non per becere questioni di tifo. E’ accaduto in città, anzi in pieno centro città di Milano: è la discriminazione che non ha più confini, e poco conta che venga mascherata dietro (e giustificata con) questioni di campanilismo. Derby e festa: il prologo L’episodio è avvenuto l’altro ieri sera, in zona Piazza della Repubblica/via Turati, ovvero fra il Ricci— lounge bar di grande tendenza negli ultimi tempi — e l’abitazione del centravanti interista. Ma il prologo risale ai mesi precedenti e più in particolare al giorno della festa scudetto milanista a Milano: da tempo, ormai, uno dei cori più gettonati fra i tifosi rossoneri è l’ormai famosissimo «Ti hanno visto con le rose, con le rose nel metro… Samuel Eto’o, Samuel Eto’o» . Il tam tam rossonero Il coro, ascoltato con chiarezza anche la sera del derby, è diventato un tam tam quasi ossessivo lo scorso 14 maggio, in Piazza del Duomo e zone limitrofe: l’autentica colonna sonora dei festeggiamenti milanisti per la vittoria dello scudetto. Il fastidio degli amici Ecco, l’altro ieri sera un gruppo di ultrà milanisti, che avevano festeggiato un compleanno nello stesso locale dove Eto’o aveva bevuto un drink con degli amici, ha incrociato l’interista di ritorno verso casa, non lontana dal Ricci. E’ scattato in automatico il coro sulle rose, che ha infastidito in particolare gli amici del camerunese e gli uomini della sua sicurezza. Il precedente Meno Eto’o, che purtroppo a certi episodi è abbastanza abituato e, ora che ci ha fatto il callo, ha reazioni più controllate (quasi rassegnate): di sicuro rispetto al precedente del febbraio 2006, quando minacciò di abbandonare il campo nel corso di un Real Saragozza-Barcellona, perché dagli spalti i tifosi avversari avevano iniziato ad imitare il verso della scimmia e a lanciargli noccioline ogni volta che toccava la palla. La fuga Così, martedì sera si è riusciti ad evitare qualunque contatto fisico, anche se alcuni testimoni affermano che la rissa è stata solo sfiorata, perché anche il nerazzurro era infuriato e si sarebbe trattenuto a stento. In realtà, lo stesso Eto’o ha poi raccontato di aver evitato per una precisa scelta il chiarimento diretto, restando in disparte. E tutto si è risolto quando gli ultrà rossoneri, anche perché spaventati dalle guardie del corpo, hanno preferito cambiare strada e si sono allontanati. Meglio minimizzare Ieri, poi, il camerunese minimizzava la rilevanza dell’episodio, con il sorriso sulle labbra: non rispondere alle provocazioni è da tempo il suo modo di rispondere a manifestazioni razziali così sgradevoli. E l’unico piccolo fastidio rimasto era quel coro che gli riecheggiava ancora nelle orecchie. «Ti hanno visto con le rose, con le rose nel metro… Samuel Eto’o, Samuel Eto’o» : chissà per quanto tempo bisognerà sentirlo ancora, negli stadi e forse non solo.
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Post Originale:
AC MILAN, GAZZETTA DELLO SPORT: CORI E OFFESE A ETO’O IN PIENO CENTRO