Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.
La grande corsa alla panchina di allegri, continua. Si tratta di uno sciame sismico fisiologico, di una normalissima coda ai tanti simboli che hanno lasciato Milanello negli ultimi anni, estate scorsa compresa. Il che, legato a doppio filo al difficilissimo momento rossonero in fatto di risultati e alla schizofrenia del calcio mediatico di oggi, genera un impasto che il Milan di questa stagione, giovane e con i denti di latte, ha già pagato in termini di punti nell’inquietante sosta di Campionato successiva alla vittoria di Bologna, perdendo con l’Atalanta. Una prova della particolarissima reazione chimica che accompagna lo sciame sismico risale al famoso giovedì del “Vismara”. Adriano Galliani realizzava al Centro sportivo del Settore Giovanile la visita annuale per controllare lo stato dei lavori di nuove strutture, per realizzare un prodotto editoriale per la Festa di Natale dei giovani e per salutare una ad una tutte le squadre, dai Pulcini in su, che si stavano allenando. Tutto questo era già diventato di voce in voce l’investitura del nuovo allenatore del Milan…Calma ragazzi, calma. Alle spalle del Milan ci sono tanti campioni che hanno dato tantissimo a questa maglia e che amano questi colori, ed è proprio per affetto che è giusto dire calma. Ai tanti angoli del pianeta sempre in ebollizione, è giusto ricordare che nel Novembre del 2001 Carlo Ancelotti era già d’accordo con il Parma il venerdì, non c’era quindi stato nessun contatto con il Milan, ed il lunedì si vedeva piombare in casa Adriano Galliani per la firma del contratto che allontanava definitivamente la sua stretta di mano con il Parma. Questo per dire che alla fine, se davvero arriverà il momento, sarà il Milan a scegliere. Ma nel momento in cui deciderà di scegliere. Non prima. Lo dice sempre proprio Adriano Galliani: “Calma e gesso…”. E lo dice a tutti, ma proprio a tutti.
L’estate del 2011, il Milan era Campione d’Italia e i tifosi protestavano, proprio come nell’ultima estate. Erano arrivati El Shaarawy, Mexes e Taiwo, e la domanda era sempre la stessa: visto che non abbiamo comprato nessuno, chi compriamo? Ricordo nitidamente che mi capitava spesso di rispondere: questa campagna acquisti la capiremo bene nel momento in cui sboccerà o meno il talento di El Shaarawy. Prima di allora, sarà bene sospendere il giudizio. Oggi che Stephan, a 20 anni compiuti proprio in questo sabato importante (Auguroni Faraonino!!!), segna ad ogni partita, gioca in Nazionale e dimostra di avere un enorme talento in prospettiva, forse è il caso di rivalutare quel sacrificio economico fatto dal Milan. Con la speranza che El Shaarawy non diventi un fantasma mai acquistato da nessuno. Come Thiago Silva che era arrivato a Gennaio 2009 come rinforzo della stagione successiva 2009-2010 e che nessuno considerava come rinforzo per la nuova annata, perché, anche se non giocava, era già arrivato a Gennaio e allora non valeva considerarlo come uno nuovo…
Il Napoli non ha Calciopoli alle spalle come la Juventus, ma è pur sempre una società che nel 2004 ha dovuto ricominciare dalla Serie C1 per rimettersi in sesto dopo il fallimento. Dopo il deferimento di ieri, cosa devono fare allora il Napoli e i napoletani? Sostenere anche loro che dopo quello che è successo in passato, non è il caso di infierire adesso? No, certo che no. Però è chiaro che il coinvolgimento nel calcioscommesse, il deferimento del Club come responsabilità oggettiva e di quattro tesserati, potrebbe essere facilmente strumentalizzato dal popolo partenopeo. Ecco, vogliono fermarci adesso che siamo in lotta-scudetto, ma come può essere credibile Gianello e perché dobbiamo pagare tutti noi senza aver fatto nulla e via con lo stesso campionario di rivendicazioni e frustrazioni con cui tanti tifosi bianconeri hanno preso d’assalto in questi mesi il web, le tv e le radio. Speriamo che tutto ciò non accada, speriamo che serva come lezione anche agli stessi tifosi juventini. Prima o poi, con le sua latitanze e le sue contraddizioni, ma la giustizia sportiva arriva dappertutto. Non solo sulla Juventus.
Per il presidente Agnelli quella in corso è una stagione piena di gioie in campo e di qualche grattacapo dialettico fuori. Quest’estate ha dovuto gestire la delicata gestione della strategia processuale riguardante Antonio Conte, con una serie di distinguo che hanno portato alla fuoriuscita dell’avvocato Briamonte dal Consiglio di amministrazione. Poi, Del Piero, Del Piero e ancora Del Piero. Il mancato invito ad Alex per la prima partita della Juventus di una nuova epoca, i saluti formali al fuoriclasse australiano sui social ufficiali bianconeri ma il sostanziale gelo fra la presidenza e il simbolo. Fino alla squadra che vince e che non si cambia di ieri. Mano di ferro in guanto di velluto, Andrea Agnelli. Così diventa normale, rispondo al bel pezzo di Giancarlo Padovan di ieri (grande Giancarlo, ma perché mi chiedo spesso, non sei rimasto al Corrierone?!), che Quagliarella debba rettificare su Zeman. A Copenaghen, caro Giancarlo, il Quaglia, 3 gol pesanti nelle poche partite giocate dall’inizio in questa stagione, è andato in tribuna. In tribuna! Capito?
Antonio Cassano sta andando bene. E anche per questo dovrebbe ringraziare il Milan. Senza il Milan non ci sarebbe stato né l’Europeo, né l’ottimo inizio di stagione che sta vivendo. Prima o poi se ne accorgerà, si ricrederà e capirà. Maturando, non potrà che accadere questo. Ma questo non è il punto. Il punto è che questa storia del Cassano più 7 milioni e mezzo per Pazzini prima o poi deve finire. L’operazione Cassano-Pazzini è finita pari e patta fra Milan e Inter. All’Inter i soldi perché la quota di ammortamento del Pazzo sul bilancio dell’Inter era alta, al Milan la plusvalenza (5 milioni e mezzo) perché la quota di ammortamento di Antonio sul bilancio del Milan era zero. Con il risparmio pluriennale sull’ingaggio, i due Club sono andati a pari. Buon per Cassano quindi per il suo rendimento all’Inter di cui deve ringraziare il Milan, e piano con il Pazzo. Giampaolo alla lunga farà bene nel Milan e farà i suoi gol. Adesso va così, come andava per Marchisio, Barzagli, Pepe ed altri nella Juventus del settimo posto del Maggio 2011. Adesso va così, ma vedremo come andrà davvero e definitivamente più avanti. Smettiamola però di descrivere lo scambio in quel modo. Non è andata così e non è giusto descriverlo così.