Anche il Napoli rallenta un Milan confuso

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I rossoneri non vanno oltre lo 0-0 casalingo contro gli azzurri, ma considerando che hanno giocato gli ultimi 25 minuti in dieci e che la Juventus è stata fermata sul pareggio dal Siena, non è un pareggio da buttare via.

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Un altro scontro diretto senza vittorie e la serie comincia a diventare troppo lunga; un punto in due partite contro Lazio e Napoli, un punto solo raccolto nei due scontri diretti contro la Lazio e idem contro il Napoli; non sono cifre da grande squadra, sono un chiaro sintomo di un malessere e di problemi ad affrontare le cosiddette grandi, mentre nella scorsa stagione il Milan era stato implacabile e perfetto proprio in queste partite decisive. In effetti qualche problema la squadra di Allegri lo ha manifestato proprio in questa partita contro il Napoli: difficoltà a spingere sulle fasce perchè nè Abate nè Antonini erano in giornata di grazia; grande fatica a creare gioco in velocità e ad alzare i ritmi; mancanza di un punto di riferimento in attacco, perchè Ibra è sempre più calato nel ruolo di trequartista e, così, quando gli inserimenti dei centrocampisti non sono così puntuali e precisi, c’è poca presenza in area; poi c’è il rinnovato nervosismo di Ibrahimovic, che ancora una volta si è lasciato andare ad un gesto ingenuo quanto grave proprio perchè recidivo e, così, il Milan perderà il suo giocatore decisivo per un paio di partite proprio in un momento delicato della stagione. Sembrerebbe a prima vista un quadro pessimo per una squadra reduce da un solo punto in due partite senza nemmeno un gol segnato, ma poi ti accorgi che anche la Juventus è stata bloccata sullo 0-0 casalingo dal Siena, che dietro hanno perso tutte (Udinese, Lazio e Inter) e che un pareggio contro il Napoli che gioca sempre ottime partite contro le grandi è stato raggiunto nonostante 25 minuti di inferiorità numerica e concedendo pochissimo, allora, cominci a vedere il bicchiere mezzo pieno più che quello mezzo vuoto, sperando che finalmente arrivi il momento di vederlo completamente pieno soprattutto quando si giocano le partite più importanti e decisive. Purtroppo ancora una volta il Milan non ha mostrato il suo volto migliore e non è stato particolarmente brillante proprio in una sfida attesa e sentita e questa comincia a diventare una pericolosa tendenza negativa se non una vera e propria sindrome, ma per fortuna nulla è compromesso definitivamente, anche se serve una svolta e in tempi brevi, perchè si avvicinano le partite da “dentro o fuori”, soprattutto nelle due coppe e bisogna farsi trovare pronti.

Allegri ritorna al passato dopo l’esperimento del tridente parzialmente fallito a Roma e, ovviamente, il sacrificato è El Shaarawy: le due punte sono Ibrahimovic e Robinho, con Seedorf trequartista e un centrocampo composto da Emanuelson, Van Bommel e Nocerino; in difesa l’indisponibile Nesta è rimpiazzato da Mexes, mentre sulle fasce ci sono Abate e Antonini. La partita, originariamente in programma come posticipo, si gioca invece alla 15 per colpa del maltempo e del gelo, ma fa comunque molto freddo e lo stadio non è certo strapieno come nel big match della scorsa stagione; molti vuoti in ogni settore e una debolissima nevicata nel pre-partita che poi lascia finalmente il posto al sole, anche se la temperatura non si alza molto e rimane glaciale; è una domenica da altri tempi, senza anticipi e posticipi e con quasi tutte le partite in contemporanea e, così, tornano di moda le radioline e si getta un occhio al tabellone per vedere gli aggiornamenti dagli altri campi, anche se l’interesse maggiore è per una sfida delicata che il Milan deve cercare di vincere per invertire finalmente la tendenza che lo vede senza vittorie negli scontri diretti. La curva incita i ragazzi in campo, ma non si dimentica di chi non c’è in quanto non convocato ma è stato grande protagonista dell’ultimo giorno di mercato con un gesto romantico che non è passato inosservato ai tifosi rossoneri; sto parlando, ovviamente, di Pippo Inzaghi, che ha deciso di rimanere al Milan anche se giocherà pochissimo, rifiutando l’offerta del Siena per salutare al meglio a maggio l’ambiente rossonero e, per questo, la Sud gli dedica uno striscione e i soliti cori, al punto che sarà lui, anche se non protagonista in campo uno dei più acclamati dalla curva e ciò può suonare ironico in una giornata che, come vedremo, sarà difficile per gli attaccanti rossoneri.

Le prime battute della partita fanno ben sperare e la buona intesa Robinho-Seedorf-Ibrahimovic, protagonisti di uno scambio spettacolare, sembra la premessa ad una buona prestazione, soprattutto in attacco; con il passare dei minuti, però, la manovra comincia a diventare lenta e involuta, c’è poco movimento senza palla, non si riesce ad alzare il ritmo, vengono persi troppi palloni in modo banale e i tentativi di Van Bommel di girare la palla a destra e a sinistra con lunghi lanci ad allargare il gioco non danno il risultato sperato. Bisogna accontentarsi di un tiro centrale di Seedorf e di un’incursione di Robinho che reclama il calcio di rigore, ma nemmeno il Napoli punge molto e si limita ad un tiro di Hamsik ben repinto da Abbiati e a un tentativo di Lavezzi sull’esterno della rete dopo un clamoroso doppio liscio di Mexes e Abate che gli avevano spalancato la via della porta, facendo venire qualche brivido al popolo rossonero, già abbastanza infreddolito. Nella seconda metà del tempo sono una conclusione di Emanuelson ed un paio di Robinho a tentare di scaldare i cuori dei tifosi sugli spalti, ma è troppo poco per sperare di buttar giù il muro della difesa napoletana, che chiude tutti i varchi e irretisce gli avversari con un fastidioso pressing.

La prima notizia della ripresa è l’ingresso in campo di Amelia al posto di Abbiati; Allegri si ritrova, così, con un cambio in meno a disposizione per gli uomini “di movimento” e ciò è un po’ penalizzante se si vuole cercare di dare una svolta ad una partita bloccata e ad una squadra che sembra “congelata”. Ma chi rimane davvero congelato e impietrito è il pubblico quando Robinho si traveste nuovamente da “sciagurato” e si divora un gol che sembrava già fatto a tu per tu con De Sanctis; bella la sponda di Ibra, inguardabile l’ennesimo errore del brasiliano, forse uno dei più gravi da quando è al Milan, visto l’andamento della partita, perchè molti di quelli commessi in passato erano invece stati ininfluenti per il risultato. Il Milan non si perde d’animo e continua ad attaccare, anzi vive il momento migliore della partita: Robinho ci riprova, ci tenta anche Seedorf, ma l’occasione più propizia se la costruisce Ibra, controllando di petto e mirando l’angolino, ma con un tiro troppo lento che esalta De Sanctis. Proprio quando il Milan sembra sul punto di sfondare e sta producendo, faticosamente ma con impegno, il massimo sforzo, arriva l’episodio decisivo e “tagliagambe”. Zuniga rimane a terra in area e si scatena una mini-rissa al limite dell’area in cui volano buffetti e piccole sberle fra Ibra, Aronica e l’innocente Nocerino, difeso dallo svedese e preso di mira dall’avversario; i direttori di gara vedono solo il gesto di Ibra che viene espulso, Aronica viene graziato e il Milan rimane in inferiorità numerica, sbanda, viene risparmiato da Cavani che di testa da posizione favorevolissima mette fuori, ma non si perde d’animo, reagisce alle avversità e prova anche a vincere. Allegri si copre con Ambrosini al posto di Seedorf, Mazzarri tenta la mossa offensiva inserendo Pandev al posto di Aronica, ma è il Milan a rendersi pericoloso, con un paio di incursioni di Ambrosini con scarsa fortuna e, soprattutto, con una velenosa conclusione di Robinho che tenta di farsi perdonare, ma De Sanctis è attento. Allegri tenta il tutto per tutto inserendo Maxi Lopez al posto di Robinho, ma nel finale è il Napoli a tentare l’assedio decisivo, però il Milan resiste e porta a casa un punto sicuramente meritato, con il rammarico che con un po’ più di convinzione e cattiveria agonistica si poteva fare di più, anche quando si è rimasti in dieci.

Questo Milan incerottato e un po’ nervoso sembra anche abbastanza confuso al momento di imporre il proprio gioco e questo è l’aspetto che più preoccupa, visto anche il calendario fitto e impegnativo dei prossimi giorni; ora bisogna anche fronteggiare l’assenza di Ibra in campionato e compagni e allenatore avranno la possibilità di far vedere quello che valgono senza affidarsi sempre al “salvagente” costituito dallo svedese; i giocatori devono sentirsi più responsabilizzati e motivati e il tecnico deve trovare soluzioni nuove, perchè molto spesso, anche contro il Napoli, quella più gettonata e produttiva è stata il lancio lungo verso Ibra, sperando in qualche sua invenzione, sia sotto forma di assist che di iniziative personali. Ora tutto ciò verrà a mancare (ovviamente solo in campionato) ma non ci si può più permettere il lusso di frenare ancora e bisogna tornare alla vittoria, perchè questa volta è andata tutto sommato bene e il pareggio non ha conseguenze negative sulla classifica, ma non si può sperare sempre nelle disgrazue altrui per ammortizzare le proprie mancanze.    

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