Ancora insieme Allegri?

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Il mister rossonero riuscirà ad aprire un nuovo ciclo nonostante i numerosi addii?

Sono pochi gli allenatori che possono vantarsi di aver vinto lo scudetto a Milano al primo tentativo. Allegri è uno di questi, arrivato dopo due anni ottimi al Cagliari, forte anche di una sontuosa campagna acquisti che aveva portato a Milanello tra gli altri, Ibrahimovic e Robinho, e di avversari scoperti essere troppo deboli successivamente.
Allegri ha fatto capire subito di essere un tipo “tosto”: ha subito escluso il pupillo del presidente Ronaldinho, un po’ alla volta ha emarginato Pirlo impostando un gioco basato sulla fisicità piuttosto che sull’estro e sulla fantasia, caratteristiche intrinseche del DNA rossonero.
Ad essere onesti, anche l’anno scorso il gioco non è quasi mai stato spumeggiante, tuttavia, la vittoria dello scudetto, ha fatto subito dimenticare le prestazioni non esaltanti, ma efficaci (almeno in campionato) del Milan.
Quest’anno, però, le cose sono andate diversamente: il Milan ha gettato via lo scudetto nelle due care casalinghe contro Bologna e Fiorentina. Ma, quello che è emerso maggiormente, è la poca flessibilità tattica dell’allenatore. Il suo gioco basato solo su un modulo, il 4-3-1-2 e la forte dipendenza da Ibra, hanno fatto stentare il più delle volte la manovra rossonera. A memoria ricordo ben poche partite nelle quali il Milan è stato nettamente superiore: Palermo, Juventus in casa e nel ritorno a Torino, Arsenal. Altre volte si è vinto, ma grazie esclusivamente al genio di Ibra e a qualche rigore a volte anche generoso.
A rendere maggiormente preoccupante la rigidità tattica di Allegri è il confronto con il neo campione d’Italia Antonio Conte. La sua squadra ha giocato a mille e molte volte ha adattato schemi e giocatori in funzione dell’avversario e delle risorse disponibili; si è passati, così. dal 4-2-4 iniziale, al 4-3-3, al 4-2-3-1 fino al 3-5-2.
Volendo giustificare l’aspetto tattico con l’enormità di infortuni subiti, è possibile comunque rimproverare la gestione dei calciatori. Se nessun tifoso rimpiange il Gaucho sopracitato, molti rimproverano l’aver spostato Pirlo da regista (nel cui ruolo ha brillato facendo vincere lo scudetto alla Juventus) a mezzala sinistra con maggiori compiti di corsa. Inoltre, ha rischiato T. Silva nella sfida contro la Roma, per poi perderlo nella fase decisiva della stagione. Si è impuntato su Emanuelson trequartita, ruolo non suo, e dove non ha brillato se non in poche partite. Mai provato l’olandese, sulla fascia sinistra, dove invece hanno trovato allocazione i vari Taiwo, Antonini, Mesbah e Zambrotta.
Per ora il mister gode della fiducia totale di Galliani e, scrivono, anche del presidente Berlusconi nonostante, da esteta del calcio, non abbia nascosto un certo malcontento dopo la partita contro il Barcellona.
Siamo sicuri, allora, che toccherà ad Allegri rifondare la squadra dopo gli addii di domenica, e aprire un nuovo ciclo vincente?

GK

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