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Il Milan inizia il 2012 con una vittoria beneaugurante, anche se si tratta solo di un amichevole, contro il Paris Saint Germain in cui ha debuttato sulla panchina Carlo Ancelotti.
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
Il 2012 del Milan comincia sulla falsariga dell’esaltante 2011 appena concluso: una vittoria con un trofeo alzato al cielo, in mezzo a mille coriandoli colorati, da capitan Ambrosini, come successo a maggio con la coppa dello scudetto e ad agosto con la supercoppa italiana; purtroppo questa volta si trattava solo di una semplice amichevole nell’ambito del mini-ritiro in Dubai e, come succede anche in estate, ormai è venuta la moda di mettere in palio un trofeo anche nelle amichevoli, perchè una coppa non si nega a nessuno anche e soprattutto per motivi pubblicitari, ma la speranza è che tutto ciò sia di buon auspicio per alzare nel corso di questo anno solare appena iniziato trofei ben più importanti del “Dubai football challenge”. Come dico sempre in estate, alle amichevoli bisogna dare un’importanza relativa e non sarà questa partita contro il PSG a farmi cambiare idea; certo è stata un’amichevole “di lusso”, perchè in Dubai tutto è lussuoso; certo è stata l’occasione per riabbracciare un vecchio amico come Carlo Ancelotti, che proprio in questa partita è tornato a sedersi su una panchina, debuttando come allenatore dei francesi e, a proposito di vecchi amici, è stato bello rivedere finalmente in campo Gattuso dopo il problema all’occhio che lo ha bloccato in tutta questa prima fase di stagione (ha giocato solo uno spezzone di partita contro la Lazio); insomma i motivi di interesse non mancavano, ma si trattava pur sempre di una partita che serviva solo per riprendere confidenza con il campo dopo i duri allenamenti di questi giorni. Gambe imballate, ritmo lento, agonismo non certo esasperato, ma si sono viste comunque buone cose e se è vero che “vincere aiuta a vincere”, questo 1-0 contro i capoclassifica del campionato francese può servire a ripartire di slancio dopo la sosta natalizia. E chissà che non sia un segno del destino anche il gol di Pato contro il suo vecchio maestro, quel Carlo Ancelotti che lo vorrebbe tanto con sè a Parigi per rinforzare una squadra che non è ancora competitiva ai massimi livelli ma lo vuole diventare. Il Milan non vuole cedere Pato, almeno fino a giugno; Pato non vuole lasciare il Milan (almeno stando alle sue dichiarazioni ufficiali), ma le sirene dello sceicco riecheggiano pericolosamente per società e giocatore sotto forma di proposte economiche “indecenti” e si sa che in questi casi le sorprese clamorose sono sempre dietro l’angolo. Intanto, però, Pato è e rimane un giocatore del Milan ed è il primo marcatore rossonero del 2012, anche se solo in amichevole e chissà che anche questo non sia un buon segno per un giocatore bersagliato dalla sfortuna e dagli infortuni negli ultimi due anni.
Allegri ha schierato due Milan completamente diversi nel primo e nel secondo tempo per dare spazio a tutti in questa prova generale della ripresa dell’attività agonistica; quattro minuti sono bastati per sbloccare il risultato, grazie ad una pregevole combinazione Ibra-Pato, con lo svedese nelle vesti di suggeritore e il brasiliano in quelle del finalizzatore, quasi a voler smentire chi ancora parla di mancanza di intesa fra i due. Per il resto del tempo il Milan ha mantenuto il possesso palla, ha giocato al piccolo trotto e ha cercato di non lasciare spazio al tentativo di rimonta dei francesi; poche le occasioni da gol, ma va citata la splendida rovesciata volante di Nocerino, sempre più calato nelle insolite vesti di centravanti “occulto” e “aggiunto” della squadra di Allegri. Per il resto, attento Amelia sulle (poche) insidiose conclusioni degli avversari, ancora un po’ spaesato Taiwo, insolitamente “invisibile” Robinho, che ha toccato pochi palloni, sempre più calato nel ruolo di rifinitore Ibrahimovic e un po’ svagata la difesa in alcune occasioni, ma nulla di grave, soprattutto trattandosi di un’amichevole.
Nella ripresa undici uomini diversi e gioco logicamente più spezzettato e meno fluido: da sottolineare la grinta di Gattuso, che ha scaricato in campo tutta la voglia di correre, lottare e ringhiare sulle caviglie degli avversari, voglia accumulata in mesi di stop forzato e di brutti pensieri per colpa di un occhio che era andato improvvisamente in tilt e non si sapeva come e quando sarebbe tornato a posto. E a proposito di “vecchietti terribili”, ecco Pippo Inzaghi sgomitare con i difensori avversari e cercare il gol con una voglia irrefrenabile, quasi si trattasse di una finale di Champions, perchè anche per lui deve essere stato durissimo passare tutti questi mesi in panchina o in tribuna e quasi mai in campo. Giocatori come questi sono d’esempio per tutti, soprattutto per i giovani, perchè è anche interpretando al meglio e con grande impegno le amichevoli che si diventa veri campioni e si impara ad essere professionisti esemplari, anche se fa tenerezza vedere uno come Inzaghi, che nel 2007 ha segnato in tutte le finali giocate (Champions, Supercoppa europea e Mondiale per club) disperarsi per aver sbagliato un gol in un’amichevole. Dal punto di vista tecnico, da sottolineare la giocata di El Shaarawy, con palombella sulla testa del difensore avversario e tiro al volo respinto dal portiere; ogni volta che ha l’occasione di giocare, il piccolo faraone dimostra di avere doti tecniche eccezionali e forse meriterebbe più spazio; probabilmente in una squadra come il Barcellona sarebbe già stato impiegato con più continuità, come avvenuto a suo tempo ai vari Pedro o Bojan, ma si sa che in Italia c’è meno spazio per i giovani e si fatica a dar loro fiducia, preferendo puntare sull’usato sicuro; non a caso il Milan sta cercando Tevez, altro giocatore indubbiamente di classe ma che toglierà altro spazio a gente come El Shaarawy, che forse avrebbe solo bisogno di un po’ più di fiducia (e occasioni di giocare) per dimostrare definitivamente il suo valore che per il momento si può solo intuire. Tornando alla partita, i portieri sono i veri protagonisti della ripresa, con ottime parate su entrambi i fronti, anche se le più spettacolari sono quelle di Abbiati, che salvano il risultato nel finale, quando la squadra di Ancelotti cerca con più insistenza il pareggio. Il Milan barcolla ma non molla, aiutato da pali e traverse e si aggiudica partita e trofeo; Allegri inizia il 2012 con una vittoria, Ancelotti inizia la sua avventura sulla panchina del PSG con una sconfitta, ma avrà occasione per rifarsi e a lui vanno gli auguri di tutto il popolo rossonero che è rimasto molto affezionato ad un uomo che ha dato tanto al Milan, nella doppia veste di giocatore prima e di allenatore poi.
E così, archiviate amichevoli e richiami di preparazione al caldo del Dubai, fra pochi giorni si ricomincia a far sul serio: l’Epifania, come da tradizione, tutte le feste si porterà via e lascerà spazio alla vita di tutti i giorni e al ritorno del campionato; il Milan è atteso dall’insidiosa trasferta di Bergamo e allora sì che sarà importante vincere, per aprire davvero nel migliore dei modi il 2012, perchè un trofeo “amichevole” può essere di buon auspicio ma, in fondo, vale davvero poco.
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Anno nuovo…vita vecchia!