"Arriverà un campione che però non giocherà in Champions". Nessun nome, ma un preciso identikit del futuro rossonero

22 Dic 2012 20:45
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MILAN-PESCARA, IL MIGLIORE IN CAMPO

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Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.

22.12.2012 00:58 di Giulia Polloli  articolo letto 5 volte

© foto di Giulia Polloli

Ma siamo sicuri che la dea bendata non fosse volutamente a Nyon per i sorteggi di Champions? Perché se è vero che l’estrazione del bussolotto contenente il Barcellona quale avversario del Milan è un risultato quasi monotono, è pur vero che da questa sfida di può provare ad estrarre qualche cosa di veramente grande. Non sono improvvisamente impazzita, non ho preso alcun virus che possa in un certo senso compromettere le mie funzioni mentali, sono forse un po’ fatalista,  nel senso che se da quell’urna è uscito ancora una volta lo stesso accoppiamento, qualche significato ci deve  pur essere. Condivido la tesi sanniniana del “è tutto scritto” e ci aggiungo anche “per qualche arcano motivo”.  Ritengo che questa sfida epica, per nulla episodica, sia stata fortemente chiamata dal destino rossonero con forza. Una stagione tanto disgraziata, almeno in partenza, non se la ricordavano in molti. Il Milan ha incassato una buona dose di pessimismo, scarsa stima da parte degli addetti a lavori e soprattutto, fino ad un mese fa, pochi punti in classifica. Solo l’Europa riusciva ad accendere il sacro fuoco nelle vene dei rossoneri, che però si sono classificati solo secondi nel girone e, dunque, dopo un sonoro mea culpa, hanno ovviamente incrociato il destino di quelle che, a torto o a ragione, ora chiamano le grandi. Ha ragione però Galliani, quando ricorda le sfide meravigliose tra Barcellona e Milan, rese immortali dalla levatura degli interpreti in campo e dal gioco espresso. Allora nemmeno una sfida di bassa classifica rischiava di lasciare tanti seggiolini vuoti allo stadio. Sono cambiati i tempi, il Milan vive una stagione volgendosi ai ricordi dei fasti andati, cercando di risollevarsi in tutta fretta. La gente predilige guardare le partite in tv, complici i prezzi stracciati impostati in regime di libera, ma poco saggia, concorrenza. Gli stadi sono decadenti, seppur fascinosi e affascinanti per chi ancora, solcandone la soglia, sente quella brezza che sferza le guance, per chi ancora trattiene il fiato scorgendo il prato verde dopo le ripide rampe salite di tutta fretta, lasciandosi andare ad un sospiro compiaciuto una volta raggiunto il proprio posto.
Queste emozioni solo le gare di cartello sono in grado di regalarle, queste sensazioni possono essere tramandate soltanto grazie a queste sfide, che diventano un piacevole appuntamento, mai monotono, mai scontato.  E allora mi piace pensare che questa volta il Milan possa sfruttare a suo completo vantaggio il sorteggio. Sul campo, partendo dalla situazione odierna, ipotizzando gli schieramenti avversi, ci sono poche scuse: il Barcellona è infarcito di campioni assoluti, di giocatori abituati a competere senza colpo perire, senza quasi alcuna sbavatura. Lo scorso anno calcistico, quando il Milan era dichiaratamente meno anonimo di quest’anno, le cose andarono storte. Due prestazioni da incorniciare, con qualche silenzio di troppo da parte di chi invece doveva far urlare la palla a scacchi, ma tutto sommato una grande soddisfazione. Ce la siamo giocata e persa. Quest’anno la rassegnazione sembra aver preso il sopravvento. Ma d’istinto, senza ragionare o soffermarsi sulle sfumature che la squadra di Allegri offre.
Che senso avrebbe giocare con timore contro una squadra di marziani? Che senso avrebbe cercare di limitare i danni quando ci si arma di fionde contro i giganti?
Eppure qualcuno fece scalpore proprio per aver invertito la tendenza, il paradossale racconto di Davide e Golia che con un colpo ben assestato, spregiudicato, sfrontato anche, vede prevalere il piccoletto di fronte al gigante. E parafrasando: il Milan non ha nulla da perdere, per  vincere un titolo devi battere tutti gli avversari, chi prima e chi dopo.  Il Milan può giocare contro i pronostici senza preoccuparsi troppo di deludere il cuore di chi, già, parte con la consapevolezza di dover affrontare una sfida impari. Perché la sensazione diffusa è più simile alla composta rassegnazione, che non all’euforia dilagante.
C’è però una grande incognita nella tessitura di questa trama: il mercato alle porte potrebbe portare qualche colpo in canna. Seppur Galliani chiude le porte all’arrivo di nomi e ingaggi altisonanti, Allegri ha invece mal chiosato sull’ipotesi di rinforzi. Abbiam capito che un grande nome è nell’aria, ma che non potrà giocare sul prato dei giganti. Ma il viaggio transoceanico di Galliani dovrebbe portare buone nuove. La lieta novella made in Brasile potrebbe stravolgere gli equilibri extraeuropeisti con la decisione drastica di privarsi di ogni giocatore con saudade imperante. Una svolta epocale, come quelle che poi portano, di solito all’apertura di nuovi corsi storici. E allora lasciam pensare ai più che la dea bendata sia stata in vacanza lontana dall’urna del sorteggio. Lasciamo anche che le voci si sollevino fino a formare un tormentone così da rinvigorire anche i nostri avversari.
Intanto lavoriamo a testa bassa per la fatica, non per il timore, prepariamo anche questa sfida.
Senza dimenticare che l’ancor lontana sfida di Champions sarà preceduta da appuntamenti di grido. In primis la gara di questa sera, quando  all’Olimpico Allegri sfiderà Zeman. Roma e Milan a soli due punti di distanza, le grandi deluse di questo inizio campionato. La prima che doveva tornare nel calcio col botto, il secondo che ha perso  punti e campioni come petali al vento. Una gara che vale l’avvicinamento allo scalino più basso dell’Europa per poi ergersi sempre più in alto col favore dei pronostici. Una sfida tra mediani, con De Rossi che aumenta la salivazione dei sogni rossoneri. Una sfida tra tatticismi, una gara in cui la miglior difesa,  per propensione soprattutto zemaniana, sarà l’attacco. Totti contro El Shaarawy, per benedire l’errata profezia Maya che così ci consente di trovarci ancora di fronte a Cesare e Cleopatra: il potente “imperator” romano che conquistatore può venir conquistato. Una gara da non perdere, una partita che può segnare una volta per tutte il ritorno del Milan di prepotenza nella zona di classifica che gli spetta. Il tutto prima di fermarsi, per qualche giorno, a rifiatare e riordinare le idee, in attesa di ricaricar le fionde per la lotta, a gennaio e febbraio, contro i giganti.

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