MILANO.

Quando una chiesa il giorno di Natale, risulta piena in ogni ordine di posto; quando “Astro del ciel” cantato a squarciagola ti riporta al tempo della scuola e delle recite natalizie e quando decine di persone si stringono la mano in segno di pace con entusiasmo e cordialità, capisci che vale davvero la pena di essere qui ed essere così. Capisci anche che il calcio, come la vita, è fatto di tante gioie e altrettanti dolori; capisci che c’è un momento per arrabbiarsi per le ingiustizie e i torti subiti e un momento per la pace, per una pausa, per staccare la spina da un mondo che rotola più veloce del pallone che tanto amiamo.

Non bastava Calciopoli, non bastava il dopo Calciopoli, le polemiche, i veleni, i tavoli (finti) della pace e le aule (vere) di Tribunale, dove questa ferita continua a sanguinare, ci voleva pure il calcio-scommesse, con in testa le tentate fughe notturne di Doni su Porsche.
Da bergamasco mi interrogo sul tradimenti, sull’errore; mi domando se giustizia e vergogna appartengano ancora anche al pallone.
Il nostro pensiero per voi lettori è che possiate passare delle feste liete e che riusciate a trovare, negli affetti e nella famiglia, la capacità di rallentare quando tutto intorno a noi accelera, che riusciate a riscoprire la magia del silenzio e che, soprattutto, la semplicità possa vincere, ancora, l’eterna lotta contro tutto ciò che, ininterrottamente, tenta di spegnere i colori e i sapori della nostra passione.
A tutti voi, virtualmente, una stretta di mano e uno sguardo di intesa: tra fratelli rossoneri ci si capisce subito.

Buon anno e buone Feste!