CRACOVIA.

Germania – Italia 1 a 2. Risultato bugiardo, nel senso che la supremazia tattica azzurra è stata ben più netta, e la partita avrebbe potuto concludersi con un risultato ben più rotondo. Serviva la partita perfetta, e partita perfetta è stata: la semifinale di questo europeo di calcio vede infatti gli azzurri disputare la miglior partita di tutta l’era Prandelli: attenzione in mediana, cinismo in avanti, e quando è stato il momento di reggere alla forza d’urto dei tedeschi, la difesa si è rivelata impeccabile.

La mossa che permette a Prandelli di prendere vantaggio sui tedeschi è chiedere a Balotelli di attaccare la zona presidiata da Badstuber: portando Mario contro il più debole tra i due centrali tedeschi infatti si è creato un duello impari, dal quale l’Italia ha saputo trarre importantissimi benefici. Non c’era confronto dal punto di vista fisico, come si è visto in occasione del primo gol di testa di Balotelli, non c’era confronto nella corsa e nello scatto [e questo si è visto nel secondo gol, una rete da campione vero]. Joachim Low non si accorge di questa situazione di palese sofferenza, e dunque non apporta alcun correttivo, consegnando di fatto all’Italia il doppio, meritatissimo, vantaggio. La reazione dei tedeschi non arriverà prima del secondo tempo: molto probabilmente la Germania ha accusato il colpo.

Nel secondo tempo Low decide che è il momento di cambiare e apporta alla formazione i correttivi giusti, anche se a nostro avviso Muller, uno abituato a giocare certe partite, avrebbe potuto anche entrare prima. Ma contro l’Italia di Giovedì sera c’era poco da fare. La mediana disputa l’ennesima prova sopra le righe: Marchisio, a nostro avviso migliore in campo per gli azzurri, si sfianca nel doppio lavoro, da una parte difensivo e dall’altra di partecipazione alla costruzione della manovra. Encomiabili De Rossi e Chiellini, non al meglio prima della partita.

Sta di fatto che la tattica italiana, molto attenta a bloccare i possibili punti di sbocco della manovra tedesca, rende quasi inoffensivo l’avversario, che non riesce a trovare spunti per giungere al gol. Il rigore nel finale [corretto a norma di regolamento] non intacca una bellissima prova azzurra, nella quale l’unico appunto potrebbe esser quello di non aver chiuso la partita nei tanti contropiede concessi dai tedeschi: infatti, nel tentativo estremo di recuperare il risultato, la Germania è stata costretta ad improvvisare una difesa a tre che concedeva ampie praterie.

Triplice fischio: sei anni fa si volava a Berlino, oggi è la Germania che ci torna. Mentre noi andiamo a Kiev.

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