Biasin: "Per non tremare di fronte ai piagnistei di Ibra (e alle mosse di Mino), il Milan dovrebbe scopiazzare l’albero genealogico del…

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Estratto dall’editoriale di Fabrizio Biasin per TMW

11.10.2011 09:15 di Luca Iannone   articolo letto 37 volte

© foto di Fabrizio Biasin

Il mio valido collaboratore Francesco Perugini non si fa mai i fattacci suoi. Cioè, quello si sveglia all’alba e completa il giro del mondo virtuale in cerca di notizie da elaborare. Poi rompe le balle al sottoscritto: “Uè, guarda qui perché il Barcellona è la squadra più forte del mondo: c’hanno l’albero genealogico”. A quel punto, in genere, lo assecondo come si fa con i mattacchioni: “Sì caro, ora do un’occhiata”. E torno a gozzovigliare. Ma questa volta il terribile Perugini insiste: “Vai immediatamente qui: http://www.sport.es/es/noticias/barca/los-sucesores-1176497 non resterai deluso”. Così ho fatto e non me ne sono pentito. In un riquadro grosso come un foglio di giornale, ecco spiegata la differenza tra un club che pensa al futuro e un altro che bada esclusivamente al misero presente (in Italia, Udinese a parte, non c’è programmazione). Funziona così tra i fenomeni della Catalogna: il giocatore titolare di prima squadra ha i suoi eredi designati fino alla pubertà. Esempio: Piquè e Puyol hanno cinque successori tra i 20 e i 15 anni; i nuovi Xavi e Iniesta saranno Babunski (17) e Euguene (15), ci sono addirittura due centravanti poco più che lattanti e vien da ridere se si pensa che dovranno prendere il posto di un certo Messi. A guardar bene mancano solo i terzini destri, ma nessun problema: per i “buchi” c’è il banalissimo mercato estivo che utilizzano gli “umani”.

Dice lo scettico: “La Cantera è bella, ma in fin dei conti questi la scorsa estate hanno comprato e speso come nessuno: Sanchez e Fabregas son mica arrivati gratis”. Vero, per carità, ma il fatto è che noialtri non possiamo proprio permetterci di rompere le scatole a nessuno. Pensiamo al caso Ibra (perché di un caso si tratta e chi fa finta di niente o è un gran furbone o non conosce lo svedese): a Barcellona se ne fregherebbero allegramente. Zlatan ha il mal di pancia? Vada a defecare altrove. Da noi invece siffatto trattamento non è pensabile, ché se Ibra leva le tende lo devi sostituire con un campione assai caro (a trovarlo…) e son dolori.

Già, Zlatan è un novello Lessie (il mitico cagnone dal naso affilato): lo spilungone (dal naso affilato pure lui) è sì tornato a casa ma ci si interroga in maniera ossessiva sulle parole da libro Cuore della settimana scorsa. “Non mi vedo in campo con i capelli grigi (…) sono un po’ stufo” e altre frasi criptiche. Ora, alzi la mano chi crede alla fandonia del trentenne sfiduciato: bravi e fiduciosi. Gli altri, invece, seguano il ragionamento cattivello: Mou vuole Zlatan a Madrid, Zlatan vuol restare al Milan ma sfrutta la situazione e parte con i messaggi cifrati. La traduzione è la seguente: “se chi comanda non mi apparecchia una squadra da scudetto già da gennaio mi faccio venire voglia di stare in panciolle col the e i biscotti”.

Son cattivi pensieri, conveniamo, ma chi conosce la storia dello svedese sa che non esiste sua dichiarazione priva di destinatario. E ci chiediamo noialtri malpensanti: che fine ha fatto Minone Raiola, l’agente che tutto può? Scomparso dalla scorsa estate. Qualcosa non torna: l’uomo mercato del diavolo 2010-2011 è rimasto fregato dal multone che ha bloccato le trattative rossonere. Vuoi vedere che c’è rimasto male?

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