Bisogna rinnovarsi

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La situazione infortuni al Milan sta toccando livelli paradossali, ormai non basta nemmeno disputare un incontro o esser toccati duramente da un avversario, la gente si ferma in allenamento, a volte mentre si allaccia gli scarpini negli spogliatoi. Tutto questo sicuramente non ha giovato alla squadra che, tra campionato e coppe, gioca 3 partite in 8 giorni praticamente da sempre e, a differenza di altri, il campo della nostra sfida è sempre agibile. Gli infortuni sono da ricercare in molte ragioni,  ma ciò che evidenziano è una squadra non attrezzata a competere su tre fronti. Il Milan ad oggi è un ottimo gruppo se circoscritto ai quei 14/15 giocatori base, ma la rosa (30 uomini escludendo De Sciglio e Valoti più Strasser) è inadeguata. Ovvero, mezza squadra, tra anagrafe e lacune tecniche, non è “da Milan”.

Lasciando in disparte il discorso portiere, ruolo che il Milan ha relativamente coperto in quanto ha due giocatori che si equivalgono ma che non sono fenomenali (4 punti sicuri persi ad oggi tra la papera di Abbiati con l’Udinese in casa e la mancata presa di Amelia sul tiro non irresistibile di Diamanti col Bologna), in difesa ad oggi cè la linea Abate-Nesta-Mexes-Thiago Silva-Mesbah che è affidabile, mentre il discorso non si può fare per Bonera e Antonini (volenterosi ma limitati tecnicamente in modo inopinabile), e Zambrotta (questione anagrafica, non ha più fiato). Il buon Yepes è infortunato ma rimane un giocatore di 36 anni a cui si può chiedere di fare esclusivamente ciò che faceva Costacurta l’ultimo periodo, ovvero l’ultima risorsa in campo ma chioccia ai più giovani.

A centrocampo tra riconoscenze e poca lungimiranza si è arrivati ad avere in scadenza di contratto Ambrosini (35), Gattuso (34), Van Bommel (35), Seedorf (36) e Flamini, con Aquilani da riscattare (6 mln al Liverpool) e le comproprietà di Strasser e Merkel da risolvere (sarà da vedere soprattutto quella col kazako, visto che Preziosi è un amico ma economicamente non ci ha mai perso, anzi). Rimangono dunque Boateng e Nocerino la cui permenenza è certa, così come il loro esser titolari per il Milan del futuro, ed Emanuelson che verrà valutato a fine stagione ma la cui cessione non farebbe certo dispiacere al sottoscritto nonostante c’è da ammettere che l’ultilizzo dell’olandese è stato costantemente errato poichè impiegato in zone del campo a lui “non congeniali”.

In avanti certi dell’addio di Pippo Inzaghi (38), ci sarà da riscattare tassativamente El Shaarawy e valutare da qui a fine anno la stessa sorte per Maxi Lopez, giocatore che appena ha avuto a disposizione più di 6 minuti ha bagnato il suo vero esordio con goal e assist, coincisi con 3 punti pesantissimi in terra friulana. Il resto dell’attacco è un rebus: c’è Ibrahimovic (comunque 31 anni) che sembra soffrire l’ennesimo mal di pancia (oltre al fatto che se non lo cedi ora, non incassi più nulla e rischi davvero di ritrovartelo rinnovato fino a 35 anni); c’è Robinho che mai come quest’anno sta sbagliando goal su goal e offrendo prestazioni di raro imbarazzo. C’è Cassano (anche lui 30 anni) il cui recupero psico-fisico è tutto da valutare. E poi c’è quel Pato che nonostante l’amore eterno dichiarato a Dicembre potrebbe esser messo sul mercato per 35/40 mln e dalla sua cessione puntellare la squadra senza correre il rischio di vedere Thiago Silva volare verso la Catalogna.

Il Milan a gennaio ha perso una gran opportunità soprattutto a centrocampo di inserire un tassello fondamentale per la prossima stagione, cosa che avvenne con Van Bommel. A giugno ci saranno da fare scelte dolorose ma necessarie per il ringiovanimento del roster e permettere alla squadra nuova linfa vitale, che di vedere Seedorf passeggiare per il campo o Ambrosini azzeccare una partita ogni 3 fà male al cuore oltre che al fegato. Di sicuro non è ambendo ai 32 anni di Keita che si rinnova la squadra, quindi che inizi un accurato lavoro di scouting che c’è una squadra da ringiovanire e rifondare quasi in toto nell’arco di due anni, per non ripetere il post 2007 dove una Champions ha dato vanto e gloria ma è stata velenosa come scelte di rosa per le seguenti tre stagioni.

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