Boa e Alberto i nuovi intoccabili della mediana. Occhio al mercato di gennaio e all’apertura di Galliani su Balo…

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Giornalista pubblicista, vice-direttore di MilanNews.it. Corrispondente e radiocronista per l’emittente radiofonica nazionale Radio Sportiva. Opinionista per Odeon TV e Radio Radio. Inviato al seguito della squadra. Collabora con Sportitalia.

© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Una vittoria di cuore, dettata dai correttivi apportati nell’intervallo e frutto, immaginiamo, di una strigliata di quelle pesanti messa in atto da Massimiliano Allegri e dal suo staff tra il primo e il secondo tempo perché quello sceso in campo nel primo tempo era un Milan non degno di tale nome, una squadra senza capo né coda e spezzata in due con i tre mediani risucchiati dalla dinamicità della mediana pugliese e con i tre la davanti che non tornavano quasi mai. Non ci nascondiamo dietro un dito e lo diciamo senza remore: Allegri ha sbagliato formazione mettendo in panchina i due giocatori che, in questo momento, hanno la maggior qualità nei piedi e nel fiato come Alberto Aquilani, che può diventare fondamentale per questo Milan, e Kevin-Prince Boateng che ha messo a segno quattro gol in due partite e spaccando in due, giusto per usare un’espressione tipica e cara all’allenatore milanista, un match che dopo i primi 45’ minuti sembrava essersi incanalato su binari non di certo consoni alla classifica.

Poi i cambi, giusti, che hanno fatto la differenza: fuori l’impalpabile capitan Ambrosini e Robinho e dentro il romano e il ghanese che hanno dato un nuovo volto alla squadra, più ordinato in fase d’impostazione e più dinamico dalla trequarti in su a dimostrazione di come gli uomini da far rifiatare, in questo momento, sono altri come lo spompato Mark van Bommel, anche oggi non sufficiente e visibilmente in difficoltà quando pressato. Un turno di stop contro il Parma non gli farebbe male e con un Aquilani così, magari piazzato in cabina di regia, non si può che migliorare perché dopo l’assenza di Pirlo e con un Seedorf a mezzo servizio, Alberto risulta essere quel cervello qualitativo in mezzo al campo che proprio manca.

I grandi filosofi del calcio direbbero che un successo simile, ottenuto in rimonta con una seconda frazione di gioco così dinamica e di qualità, è il primo prodromo della vittoria finale e che solo le grandi squadre, quelle che hanno ancora molto da dare e che hanno ancora fame, sono in grado di condurre in porto. Noi ovviamente ci speriamo perché vorrebbe dire che tutti i componenti della rosa hanno ancora voglia di vincere e di cancellare la prima parte di stagione che ha alimentato molti dubbi sulle possibilità di riconferma ad alti livelli di questa squadra che, a gennaio, potrebbe essere rinforzata con qualche innesto di qualità in mediana visto che gli osservatori milanisti hanno ricevuto questo input.

Oltre a Eriksen, l’osservato speciale per eccellenza, un altro obiettivo sensibile è Oscar del San Paolo sul quale Braida ha stilato un’ottima recensione che è stata bissata da quella di Serginho che già aveva indicato in questo mediano un possibile prospetto da Milan. La voglia è proprio quella di prendere giocatori giovani di qualità, un po’ come ha fatto la Roma americana, che siano in grado di fare la differenza ma c’è da stare attenti alle parole di Galliani su Balotelli. “Mario è una mia passione e starebbe bene con Ibra”. Sappiamo quasi per certo che l’AD rossonero conosce a memoria il contratto di Supermario con il City e questa apertura può innescare un filone, con Raiola protagonista, del lungo corteggiamento all’attaccante che, con Pato ed El Shaarawy, potrebbe comporre un trio dinamitico per il futuro rossonero.

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