…Calcio al verde: puntare sui giovani con calma e competenza

06.09.2012 21:00 di Emiliano Cuppone Twitter: @ECuppone  articolo letto 215 volte

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

In un periodo di crisi economica mondiale e di morsa stretta sul campionato di Serie A, quello che può fare la differenza nella costruzione di una squadra è  la competenza degli addetti ai lavori ed uno scouting attento.
Senza scomodare l’articolatissima struttura dell’Udinese, squadra che regna sotto il profilo della scoperta di nuovi talenti, ma con l’attenuante di essere priva della pressione della piazza, vi sono altri esempi fulgidi di investimenti contenuti quanto redditizi.
A Roma, per esempio, c’è un anziano signore Boemo che sembra avere il tocco magico con i giocatori più inesperti. Non è un caso se Panagiotis Tachtsidis (arrivato a Roma in comproprietà per due milioni con un riscatto fissato a due e mezzo) ha spodestato sua maestà De Rossi (l’uomo da cinquanta milioni di euro per il City) dal trono davanti alla difesa, costringendolo ad operare da mezz’ala destra, ruolo ricoperto in Nazionale, ma non ritenuto il più congeniale dal mediano romano. Sul greco Zeman ha detto “compratemelo ed io ne farò un campione”, una dichiarazione presuntuosa, ma che dopo le prime uscite stagionali sembra poter non essere poi così pretenziosa.
Sempre in giallorosso ha brillato contro l’Inter la stellina di Alessandro Florenzi, ragazzino ritornato a Roma dal Crotone per un milione di euro, capace di far accomodare in panchina Miralem Pjanic, arrivato dal Lione lo scorso anno per 11 milioni durante la costosa e fallimentare gestione di Luis Enrique.
Due innesti figli di programmazione, un po’ di fortuna, ma soprattutto dell’occhio attento di una vecchia volpe del calcio come Zdenek Zeman, uomo capace di lanciare tanti giovani nel calcio che conta. La scuola del boemo nell’ultimo anno ha fornito giocatori di spessore a club di tutto rispetto, non è un caso se i fedelissimi del suo Pescara hanno raggiunto squadre di vertice. Basti pensare a Verratti, Insigne ed Immobile, rispettivamente titolari nel Psg, Napoli e Genoa, talenti puri, portati agli onori della cronaca dal lavoro duro e gli schemi offensivi di mister Zeman.
Puntare sui giovani sembra essere il dictat dei top club nostrani, impegnati in una fase complicata di un calcio che si scontra con problemi economici di un certo rilievo e con la necessità di cambiare abitudini radicate. Il Milan su tutti ha provato a seguire questa strada, “obbligato” a cercare futuri titolari negli Acerbi, nei De Sciglio, nei Niang e negli El Shaarawy. Ecco perché è lecito aspettarsi che questi ragazzi possano dare immediatamente il loro contributo, giocatori dotati di qualità importanti che devono essere ben impegnate e messe sin da subito al servizio di un Milan giovane ed ambizioso. In via Turati, poi, ci sarà da programmare con più calma, senza affrettare cessioni di prospetti importanti che non rendano immediatamente (la cessione di Merkel brucia ancora), per poi pentirsene come accaduto alle grandi in passato con i vari Astori, Destro e Giovinco (per fare tre esempi recenti).
In questo senso, con un occhio rivolto all’operato del maestro boemo, attenzione a Simone Romagnoli, in prestito al Pescara dall’anno scorso, voluto fortemente da Zeman dopo la convincente esperienza a Foggia. In un calcio complicato per la linea difensiva come quello applicato dall’attuale tecnico giallorosso, i difensori centrali sono pedine ben più importanti di quello che ci si aspetterebbe, sottoposti ad impegno e stress continuo. Il ragazzo ha ancora 22 anni, bene ha fatto nelle ultime due stagioni e potrebbe rappresentare un prospetto interessante, attenzione a non farselo scappare dopo una stagione poco brillante (difficile che possa esprimersi al massimo in un Pescara così ridimensionato), perché l’occhio di Zeman sembra essere un’arma importante da sfruttare anche indirettamente.

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